20 aprile 2024
Aggiornato 12:00
Finanza & Risparmio

La «trappola» che seduce molti risparmiatori: Etf materie prime

Businessweek: il settore è un «macello», si spera nella riforma della Finanza

NEW YORK - Promettevano guadagni sui rialzi petroliferi, e invece sfornavano perdite nonostante gli aumenti dell'oro nero. Una vera a propria «trappola» in cui sono incappati piccoli investitori, risparmiatori e non solo: anche fondi pensione che gestiscono miliardi di dollari per conto dei loro assistiti. Sono gli Etf sulle materie prime, ovvero fondi indicizzati a un determinato segmento di mercato, le cui quote di proprietà sono acquistabili e vendibili con estrema semplicità, come le azioni in Borsa. In teoria, come gli Etf in genere avrebbero dovuto replicare l'andamento del segmento preso a riferimento - in questo caso le commodities, o materie prime appunto - ma soprattutto nell'anno della crisi, il 2009, la realtà ha riservato amare sorprese a coloro che avevano deciso di scommetterci. Mentre i prezzi del petrolio salivano le quotazioni degli Etf sul petrolio calavano, e molti li avevano acquistati per mettersi al riparo dalle cadute delle Borse. Il tutto finisce sulla copertina di Businessweek, il settimanale del gigante americano dell'informazione finanziaria Bloomberg.

Molti hanno perso soldi su questo nuovo settore pubblicizzato e strombazzato da Wall Street come porto sicuro dalle tempeste delle Borse, mentre alcuni trader professionali ci si sono arricchiti, alle spese di tutti gli altri, sfruttando i meccanismi operativi a cui gli Etf sono vincolati. Nel frattempo «il successo di Wall Street nell'attrarre investitori» sugli Etf «ha contribuito a far salire la domanda sui futures» delle materie prime, e così indirettamente a far salire anche i costi delle bollette che i risparmiatori devono pagare, che ovviamente risentono di petrolio o gas. Ora si spera che la riforma della Finanza voluta dal presidente Usa Barak Obama porti chiarezza in questo «macello», dice il settimanale, ma i nuovi sistemi di vigilanza dovranno essere accompagnati da fondi adeguati.

In teoria questi Etf consentono di posizionarsi con semplicità su settori, le materie prime, che solitamente sono scarsamente 'gettonati' dai risparmiatori, sia per la loro tradizionale volatilità sia a causa delle loro complicazioni tecniche. Invece di arrischiarsi a acquistare contratti futures sul petrolio o sul grano, di cui magari sa poco, il risparmiatore rileva una quota di un Etf tramite una banca o un intermediario. E nel primo anno di crisi finanziaria, il 2008, secondo Businessweek Wall Street aveva «trasformato la reputazione delle materie prime da qualcosa di altamente volatile e rischioso a qualcosa che cresceva mentre le azioni calavano e che ti metteva al riparo dall'inflazione». Così cosa di meglio, per un risparmiatore spaventato dai crolli delle Borse e dalla volatilità dei cambi, che acquistare quote di un Etf sulle commodities? «Di colpo, tutti erano diventati speculatori».