24 aprile 2024
Aggiornato 11:30
Conti pubblici

Epifani a Tremonti: a rischio la coesione sociale

Duro il Segretario della CGIL: «La manovra è iniqua. Colpisce la parte più debole del paese»

ROMA - La manovra varata dal Governo è «iniqua» perché i costi del risanamento sono solo a carico di una parte del paese, «quello più debole» e questo mette la coesione sociale a rischio. Lo ha ribadito il leader della Cgil, Guglielmo Epifani, nel corso di una riunione con il gruppo dirigente di corso d'Italia, sottolineando che il ministro dell'Economia «ignora del tutto» gli aspetti che rendono questa manovra diversa da quelle approvati in altri paesi europei.

Secondo il segretario generale della Cgil il ceto più penalizzato è «quello rappresentato dal lavoro dipendente e dai redditi più bassi, che finiscono con il pagare anche per i ceti più abbienti». Epifani ha spiegato che «non è toccata dai sacrifici la fascia di più alto reddito del paese. Non viene chiesto niente alle rendite, ai patrimoni, alle imprese. Questa iniquità strutturale è uno degli elementi che caratterizza la manovra italiana dalle altre».

Un altro elemento di critica è costituito dal fatto che «non prevede nessuno stimolo per la ripresa dell'economia, nessun incentivo sui redditi e sui consumi, mentre tutti gli altri paesi, pur introducendo tagli pesanti, hanno risparmiato la ricerca, la formazione, l'innovazione, cioè l'investimento sul futuro. La manovra di Tremonti è complessivamente depressiva e ha ragione Bankitalia a stimare un effetto negativo sul Pil tra lo 0,5 e lo 0,8%. Tutto questo avrà come conseguenza un paese meno coeso, più frammentato a livello territoriale, generazionale, sociale».