28 agosto 2025
Aggiornato 12:30
La manovra

Le regioni: dal governo solo chiusura e offese

Negativo il vertice con Berlusconi. Vendola: «Tremonti sbuffava»

ROMA - Si è chiuso con un nulla di fatto l’incontro fra Berlusconi e i governatori delle regioni.
A nulla sono valse le argomentazioni sui numeri che questa mattina il governatore della Lombardia aveva anticipato in una intervista al quotidiano Il Foglio.
Il ministro dell’Economia è stato irremovibile sull’entità dei tagli richiesti alle regioni.
«Abbiamo visto sbuffare il ministro Tremonti che ha chiuso la saracinesca. Ho l’impressione che il governo sia commissariato dal ministro dell’Economia. Ma se Tremonti è in grado di far camminare da solo i treni lo faccia», questo il commento a caldo del governatore della Puglia, Nichi Vendola.

Nel corso dell’incontro il governo ha ribadito che i saldi erano, sono e resteranno intangibili, e che per la manovra, come già annunciato, è stato chiesto il voto di fiducia del parlamento, trattandosi di un provvedimento fondamentale per la stabilità finanziaria del Paese.

Alla fine dell'incontro i presidenti delle Regioni hanno manifestato il proprio disappunto.

«Il taglio dei dieci miliardi di euro sui trasferimenti ci mette nelle condizioni di non poter esercitare le competenze: trasporto pubblico locale, famiglia, non autosufficienza, fondo sociale, fondo per le imprese, di cui le regioni hanno la responsabilità. Dunque siamo qui a ribadire, con ancora maggiore convinzione, la richiesta di mettere all’ordine del giorno della conferenza stato-regioni l’intesa della riconsegna delle deleghe. Perché non siamo in grado di esercitarle», ha protestato Vasco Errani, presidente della Conferenza Stato-Regioni. 

Per Errani «l’incontro con il presidente del Consiglio ha avuto un esisto per noi molto negativo. Voglio tuttavia precisare le proposte che noi avevamo avanzato al governo. Si tratta di tre proposte: la prima, dando la piena disponibilità alla verifica su tutti i numeri e le responsabilità dei diversi livelli istituzionali per l’incremento della spesa, perché noi contestiamo i numeri relativi al contributo al debito, ai consumi intermedi. I dati Istat, ministero dell’Economia e Corte dei Conti dimostrano in maniera inequivocabile qual è l’andamento del contributo al debito e della spesa pubblica dei diversi comparti. Si dimostra in modo evidente che l’amministrazione centrale ha un incremento significativamente superiore all’incremento delle amministrazioni regionali. Da questa considerazione oggettiva, perché è giusto che il Paese abbia un quadro corretto nell’informazione sui dati della spesa pubblica, anche sommando i dati relativi alla manovra 2009 2 2010, si evince che la manovra è squilibrata a sfavore degli enti locali e delle regioni. Sulla base delle verifiche oggettive ciascuno taglia, proporzionalmente, quello che deve tagliare.

Ma la risposta è stata negativa. La seconda proposta ha proseguito Errani – le istituzioni si rispettano, non si offendono e non si insultano. Noi rispettiamo e vogliamo la collaborazione con il governo. Chiediamo nulla di più di questo . Per questo abbiamo chiesto una commissione, a costi zero, per verificare la qualità della spesa, le spese di funzionamento, proponendo al governo una intesa fondata su questo principio: chi non riduce spese che vengono considerate non di qualità si assume la responsabilità e ne paghi il prezzo. Questo per dimostrare la volontà delle regioni ad andare avanti su questa strada».

«A questo punto- ha concluso Nichi Vendola- faranno il federalismo con il morto»