Confindustria: Italia fuori dalla recessione
n 2 anni persi 528mila posti di lavoro. Il fisco pesa per il 51,4%, evasione in crescita a 124,5 miliardi. Il rapporto deficit-Pil al 5,1% nel 2010
ROMA - L'Italia è fuori dalla recessione: ne sono convinti gli imprenditori che tuttavia temono il colpo di coda della manovra correttiva dei conti pubblici. Secondo il Centro Studi della Confindustria (Csc), la crescita c'è ed è solida ed il Pil ( la ricchezza prodotta dal paese) crescerà dell'1,2% nel 2010 e dell'1,6% il prossimo anno. Per il Csc l'economia italiana è «fuori dalla recessione» e la crescita «rimane l'obiettivo prioritario del paese».
MANOVRA - Timore, invece, per la manovra correttiva di 25 miliardi di euro varata dal Governo che, secondo il Csc, avrà un effetto negativo sulla crescita del Pil pari allo 0,8% nel biennio 2011-2012 (-0,4% per ogni anni).
Preoccupazioni condivise anche dalla Corte dei conti che nella relazione sul rendiconto generale dello Stato per il 2009 scrive: «E' elevato il rischio di un impatto di segno negativo sulla crescita economica». «Di conseguenza - sottolinea la magistratura contabile - c'è il rischio di un assottigliamento degli effetti attesi sul disavanzo, soprattutto per via della flessione del gettito fiscale connessa a un più basso livello di attività economica».
OCCUPAZIONE - D'altra parte Confindustria fa sapere che, in due anni, si sono persi 528mila posti lavoro anche se l'impatto della recessione sul numero degli occupati è stato attenuato dal massiccio ricorso alla cassa integrazione.
E le previsioni non fanno ben sperare, secondo il Csc, infatti, sono a rischio altri 246mila occupati nel biennio 2010-2012 (144mila nel 2010 e 102mila nel 2011).
- 02/10/2020 Galloni: «Perché l'Italia va verso il baratro (e come potrebbe salvarsi)»
- 24/08/2020 Carlo Bonomi: «Rischiamo una crisi irreversibile»
- 12/08/2020 Paganini: «Le politiche economiche di questo governo creano solo la decrescita felice»
- 17/06/2020 La speranza di Romano Prodi: «Se facciamo presto con misure economiche tragedia limitata»