28 agosto 2025
Aggiornato 02:00
L'ira di Lukashenko

Gazprom minaccia il taglio delle forniture a Minsk

Il colosso russo reclama 200 milioni di dollari o «fermerà» la fornitura di metano da oggi

MOSCA - Nuova guerra del gas all'orizzonte? Gazprom alza il tono con la Bielorussia e minaccia di tagliare l'85% delle forniture di gas se Minsk non paga i debiti accumulati, prospettiva giudicata «intollerabile» dal presidente bielorusso Alexandr Lukashenko. Dalla Bielorussia transita il 20% del gas russo destinato all'Europa.
Il numero uno di Gazprom, Alexei Miller, ha annunciato la creazione di un gruppo di lavoro per preparare la chiusura - quasi totale - dei rubinetti che regolano il flusso verso Minsk.

Scatterebbe alle ore 8 italiane, secondo i piani 'deterrenti' del colosso russo del gas. «Abbiamo creato un gruppo di lavoro per la situazione che riguarda la Bielorussia», ha dichiarato Miller. La reazione indignata di Lukashenko non si è fatta attendere. «La posizione della Russia riguardo le forniture di gas alla Bielorussia è intollerabile», ha detto a Mogilev, la sua regione natale dove era in visita quando il capo di Gazprom ha aumentato la pressione sulla più sovietica tra le ex repubbliche dell'Urss. I due Paesi ufficialmente coltivano rapporti di grande amicizia, ma la realtà registra molte e crescenti tensioni. E quest'ultimo litigio, sotto il segno del gas, vede Lukashenko che ha deciso di pagare il gas a una tariffa inferiore a quella prevista dal contratto con Gazprom, che traduce i mancati ricavi in debiti bielorussi.

«Stiamo negoziando. Dal punto di vista russo si tratta di un debito. Dal nostro punto di vista non esiste alcun debito. Credo che troveremo un accordo», ha sostenuto Lukashenko, secondo Interfax. «Se riconosciamo che si tratta effettivamente di un debito, allora pagheremo. Troveremo il denaro», ha aggiunto. Gazprom reclama 200 milioni di dollari.

Lukashenko ritiene «intollerabile» non solo l'ultimatum, ma quello che lui percepisce come un trattamento ingiusto, malgrado gli stretti legami politici. «Per l'Ucraina c'è stato un abbassamento delle tariffe del 30%, anche l'Ungheria ha ricevuto uno sconto, allora perchè decidere di aumentare del 30% per noi?». Russia e Bielorussia fanno parte di una Unione statale che non è mai decollata e che non è più da tempo tra i progetti coltivati ai vertici moscoviti.