Veltroni: un accordo duro, ma necessario
L'ex segretario del PD: «Non c'è nessun ricatto, bisogna dire la verità sull'assenteismo»
ROMA - L'ex segretario del Pd, Walter Veltroni, ritiene che l'accordo contrattuale sottoscritto per lo stabilimento Fiat di Pomigliano D'Arco sia «molto duro, ma inevitabile. Però - dice intervistato dal Corriere della Sera - non è frutto di un ricatto, ma avviene a causa di una condizione obiettiva che è frutto della globalizzazione. Come sempre, bisogna mettere sul piatto le due alternative: o si rinuncia come Paese a 700 milioni di investimenti e a 15.000 posti di lavoro nel Mezzogiorno oppure ci si confronta con una sfida e si cerca di trovare il punto di più alto equilibrio tra le esigenze dell'azienda e i diritti dei lavoratori».
Veltroni, poi, parla del «fastidio» che provocano «tutti quelli con il reddito alto e garantito che alzano il ditino e pontificano» sull'accordo, fastidio perchè «si parla di operai che stanno in catena di montaggio, che si vedono ridotto di dieci minuti il tempo pausa, di persone cui viene misurato lo spostamento di bacino per valutarne la produttività». Insomma, per Veltroni quello di Pomigliano «è un accordo molto pesante che credo il sindacato avrebbe dovuto affrontare concentrandosi sulle questioni più delicate: il diritto di sciopero e le misure di contrasto all'assenteismo, sul quale - insiste però Veltroni - è bene che si dica la verità: quella è un'azienda nella quale il giorno delle elezioni su 4500 lavoratori 1600 si misero in permesso perchè dovevano stare ai seggi».
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