3 maggio 2024
Aggiornato 13:30
Sacconi: «Via lo scalone»

Le statali in pensione a 65 anni dal 2012

A partire dal gennaio 2012. Via libera dal Governo dopo la «richiesta» europea. Brunetta: «Non serve a far cassa»

ROMA - Il consiglio dei ministri ha dato il via libera all'equiparazione dell'età delle pensioni di vecchiaia tra uomini e donne nel pubblico impiego. L'Italia ottemperà così a una richiesta del governo di Bruxelles. Le donne andranno in pensione a 65 anni a partire dal primo gennaio 2012.

VIA ALLO SCALONE - Sarà quindi unico lo «scalone» che obbligherà le lavoratrici pubbliche ad andare in pensione di vecchiaia a 65 anni dal 2012, con un innalzamento secco dell'età di pensionamento da 61 a 65 anni. Il risparmio complessivo derivante dall'anticipo al 2012 dell'innalzamento dell'età per andare in pensione sarebbe valutato in 1,450 miliardi tra il 2012 e il 2019.

BRUNETTA: «NON SERVE A FAR CASSA» - L'innalzamento dell'età per la pensione di vecchiaia delle donne che lavorano nella Pubblica Amministrazione «non serve a fare cassa: i risparmi sono zero nel 2010 e 2011, 50 milioni nel 2012, 150 milioni nel 2013». Lo ha precisato il ministro per la P.A. Renato Brunetta, nella conferenza stampa al termine del Cdm che ha approvato la disposizione che porta l'età pensionabile a 65 anni già dal 2012.
I pochi risparmi generati dalla misura, ha precisato Brunetta, confluiranno nel «Fondo strategico presso la Presidenza con particolari finalità di welfare familiare: asili nido, non autosufficienza, e anche politiche di conciliazione, come chiesto dalla collega Carfagna».

SACCONI - L'aumento dell'età delle donne per le pensioni di vecchiaia nel pubblico impiego avverrà con uno scalone unico a 65 anni a partire dal 1 gennaio 2010 e, dunque, «senza fasi intermedie». Lo ha sottolineato il ministro del Welfare, Maurizio Sacconi, nel corso di una conferenza stampa a Palazzo Chigi al termine della riunione del Consiglio dei ministri.
L'emendamento alla manovra su cui c'è stato il sì del Cdm in ottemperanza a una disposizione del governo di Bruxelles, «consente di certificare - ha proseguito Sacconi - il diritto delle donne maturato fino al 31 dicembre 2011». Il titolare del Welfare ha ricordato che l'età media di pensione di fatto delle donne nella pubblica amministrazione è di poco superiore ai 62 anni «per raggiungere l'anzianità contributiva. Dunque - ha aggiunto - non è detto che le donne debbono aspettare i 65 anni della pensione di vecchiaia, molte potranno utilizzare l'anzianità contributiva. Pertanto, l'impatto effettivo è molto contenuto».
Sacconi ha spiegato che l'Italia era tenuta a «dare esecuzione» alle disposizioni europee, anche se l'Ue parlava di equiparazione dell'età tra donne e uomini. «Se avessimo proposto un abbassamento dell'età degli uomini - ha concluso - sarebbe stato colto come un segnale negativo».