28 marzo 2024
Aggiornato 12:30
La manovra

Berlusconi apre alle modifiche

Rispunta il mini-condono. No dalle opposizioni. L'Anm difende lo sciopero: «Non è una protesta politica»

ROMA - Il Governo è pronto al dialogo sulla manovra ma è scettico sull'atteggiamento delle opposizioni: Silvio Berlusconi lo dice nel suo audiomessaggio pubblicato sul sito dei Promotori della libertà. «Per rinvigorire lo sviluppo - afferma il presidente del Consiglio - siamo pronti al confronto con l'opposizione. E se da essa verranno alla manovra proposte migliorative non esiteremo a tenerne conto».
«Fino ad ora però - aggiunge - devo dire che dall'opposizione sono venute solo critiche, accuse e insulti. Difficile pensare al dialogo a questa stregua». Il Parlamento «potrà ovviamente introdurre elementi innovativi in questa manovra ma deve essere anche chiaro però che i saldi di bilancio da essa previsti non potranno essere modificati neppure di una virgola». Il premier è tornato a spiegare le ragioni della manovra che, ha detto, è stata fatta «anche in ottemperanza a quelle che sono state le richieste dell'Europa».

Bossi: modifiche possibili - Di manovra ha parlato anche ol leader della Lega Umberto Bossi, che si è detto d'accordo con Silvio Berlusconi sul fatto che si possa fare qualche modifica al testo già predisposto. Arrivando alla finalissima di «Miss Padania», il ministro ha detto che «non è mai passata nessuna finanziaria senza modifiche». «Non può diventare come un tempo - ha aggiunto - che la finanziaria era un'occasione per portare via un sacco di soldi, però qualche ragionamento si può fare. Vediamo che emendamenti presentano». Per il leader della Lega Nord comunque «con la manovra il federalismo non è a rischio, la manovra viene fatta da Tremonti che non è un mio avversario. Tremonti è federalista, sa che il federalismo è l'unica possibilità perché il Paese vada avanti».

Nuove imprese senza burocrazia - Berlusconi torna poi su uno dei progetti da sempre caldeggiati dal suo partito, quello dell'azzeramento delle procedure burocratiche per l'apertura di nuove imprese. «Stiamo studiando con il ministro Tremonti una misura rivoluzionaria, un grande piano di liberalizzazioni a cominciare dal rafforzamento della libertà d'impresa prevista dalla Costituzione» per cui si prevederà «per un arco di tempo di due o tre anni la totale autocertificazione per le piccole e medie imprese e per l'artigianato». Sostanzialmente, come già annunciato in precedenti messaggi, «si apre un'impresa senza chiedere autorizzazioni, ex post arrivano i controlli e se tu avrai osservato le leggi non avrai nulla da temere».

E intanto spunta l'ipotesi di un condono per i mini-abusi edilizi. Un'ipotesi che però - assicurano esponenti autorevoli del Pdl che partecipano ai lavori in commissione Bilancio - non è ancora condivisa nel partito. E se dovessero esserci emendamenti di questo tipo da parte di singoli senatori (ma finora non è circolato alcun testo), non troverebbero alcun appoggio da parte della maggioranza. Perché un progetto del genere, afferma il capogruppo del Pdl in commissione Bilancio, Maurizio Saia, «non va nella direzione della legalità». E contro l'ipotesi di una nuova sanatoria edilizia fanno muro le opposizioni: «sarebbe un macigno su ogni dialogo parlamentare» dicono Pd e Idv. Mentre nel Pd la componente liberal, per bocca dell'economista Enrico Morando che sotto la segreteria di Veltroni guidava la politica economica del partito, apre alla riforma Tremonti della Costituzione economica: «non è affatto un tabù».

L'ANM difende lo sciopero - Su altro fronte, invece, l'Anm difende lo sciopero delle toghe contro i tagli alla giustizia previsti dalla manovra: «non è affatto una protesta politica - replica il segretario dell'Anm Cascini all'accusa ai Magistrati del Guardasigilli Alfano - hanno previsti tagli del 30%: che cosa si aspettavano?«