Si infiamma lo scontro fra Alfano e l'ANM
Domani «parlamentino» del sindacato delle toghe decide la data dello sciopero. Il Ministro apre su giovani
ROMA - Si infiamma lo scontro tra il ministro della Giustizia e l'Anm alla vigilia della riunione del 'parlamentino' del sindacato delle toghe che domani dovrà decidere tempi e modalità dello sciopero dei magistrati contro la manovra del governo che incide anche sugli stipendi, a cominciare da quelli dei giovani. Il rischio, avverte l'Anm, è che le toghe appena entrate in servizio subiscano tagli «del 30-35%» sulle retribuzioni che resterebbero bloccate «per 6-7 anni».
«Lo sciopero dei magistrati è politico», attacca Angelino Alfano da Lussemburgo. Accusa rispedita al mittente dal presidente dell'Anm: sono misure «punitive», ribatte Luca Palamara. «Il Governo chiede ai magistrati un sacrificio così come lo chiede alle altre componenti del Paese», spiega il Guardasigilli, che però riconosce un punto fondato nelle proteste dei giudici: «C'è un aspetto su cui mi batterò, quello dei giovani magistrati, perchè a loro si chiede un costo individuale troppo alto». «C'è ben poco di politico in questo sciopero», replica al ministro il leader dell'Anm, che già ieri ha annunciato il ricorso all'astensione contro misure che giudica «inique», «irrazionali» e «incostituzionali». Nella manovra «sicuramente ci sono degli aspetti che ci portano a ritenere che sia mossa da aspetti punitivi».
Con l'Anm si schierano Pd e Idv. Non è 'politico' lo sciopero dei magistrati, «politici perchè punitivi» sono semmai i tagli alla giustizia previsti dalla manovra del governo, sostiene il responsabile del settore per i Democratici, Andrea Orlando. E per Antonio Di Pietro «lo sciopero dei magistrati è giusto: i tagli apportati dal Governo alla categoria sono frutto di un sentimento di pura vendetta e ritorsione». Mentre a criticare il ricorso allo sciopero è il leader dell'Udc Casini (sarebbe «un errore gravissimo», avverte).
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