Il governo: nei prossimi due anni manovra da 25 miliardi
Debito e disoccupazione in salita. Bersani: «Cifre impressionanti». Epifani: «Tremonti ci convochi subito»
ROMA - Tremonti aggiorna il quadro dell’ economia italiana e c’è da stare poco allegri. Intanto la crescita quest’anno, avverte il ministro dell’Economia, sarà inferiore alle previsioni. Il deficit viene confermato al 5 per cento. Ma le note più negative vengono da una impennata del debito che è schizzato al 118,4 per cento, rispetto al 116,9 per cento della precedente stima. E inoltre una inversione del debito non è prevista in tempi brevi. Perché navighi intorno al 117 per cento bisognerà aspettare il 2012.
Risultato: per rispettare gli obiettivi di finanza pubblica, ha annunciato il ministro, si rende necessaria «una manovra correttiva sul saldo primario pari in termini cumulati a circa l'1,6% del Pil nel biennio 2011-2012», che in termini assoluti corrisponde a circa 25 miliardi di euro (24,8 miliardi).
Nella Relazione unificata sull'economia e la finanza pubblica il ministero dell'Economia, oltre ad aggiornare le cifre macroeconomiche ha anche annunciato «incisive» riforme per i prossimi due anni. «La sfida dei prossimi anni - si legge - sarà quella di attuare strategie per innalzare la crescita del paese con un incisivo programma di riforme e per rientrare dai nuovi livelli del rapporto debito/Pil. Che tradotto vuol dire appunto che nel biennio 2011-2012 il governo dovrà fare ricorso ad una manovra da 25 miliardi di euro.
Una cura da cavallo che il leader dell’ opposizione, Pier luigi Bersani ha giudicato «impressionante» e ha avvertito il governo che l'opposizione sarà al suo fianco solo se verranno compiute «scelte coraggiose», mentre sulle «scorciatoie dei condoni l'opposizione sarà durissima.
Intanto Guglielmo Epifani, ha chiesto una convocazione urgente al ministro Giulio Tremonti. «Noi non sappiamo nulla – il segretario della Cgil - si apre una fase molto difficile che richiede da parte del governo più trasparenza e responsabilità».
Per tornare ai livelli pre-crisi, si legge nel documento del ministero dell’Economia, occorrerà attendere il 2012 quando il Pil aumenterà del 2%. Tuttavia, il Tesoro nel documento sottolinea che «dall'inizio di quest'anno i segnali di ripresa si stanno rafforzando».
Nel rapporto viene, comunque, sottolineato che sul fronte del deficit l'Italia se la cava meglio degli altri paesi europei. Nel 2009 c'è stato un aumento del disavanzo 5,3% del Pil) «minore di quello della media dei Paesi dell'area euro».
Notizie migliori arrivano sul fronte del fisco. Le entrate dalla lotta all'evasione «sono fortemente aumentate» e la pressione fiscale è prevista diminuire al 42,8% riportandosi a un livello inferiore a quello del 2008.
Male invece la disoccupazione che invece continuerà a a salire.
Il tasso crescerà quest'anno all'8,7% rispetto al 7,8% del 2009, e si attesterà all'8,5% nel 2011 e all'8,2% nel 2012. L'inflazione, infine, resterà sui livelli dell'1,5% nel 2010, 2011 e 2012.
Epifani: Tremonti ci convochi. Pd: Numeri impressionanti - Il Tesoro abbassa le stime sul Pil italiano per il 2010 e annuncia una manovra da circa 25 miliardi di euro per i prossimi due anni. Nella Relazione unificata sull'economia e la finanza pubblica il ministero dell'Economia aggiorna il quadro con le stime macroeconomiche per l'Italia e annuncia «incisive» riforme per i prossimi due anni. «La sfida dei prossimi anni - si legge - sarà quella di attuare strategie per innalzare la crescita del paese con un incisivo programma di riforme e per rientrare dai nuovi livelli del rapporto debito/Pil».
Anche se la commissione Ue proprio ieri ha previsto per l'economia italiana una crescita dello 0,8%, il governo abbassa di poco le sue stesse stime fornite soltanto poco più di tre mesi fa. Il Pil quest'anno crescerà dell'1% e non dell'1,1% come previsto in precedenza e solo dal prossimo anno si avrà una crescita più robusta pari all'1,5%. Mentre per tornare ai livelli pre-crisi occorrerà attendere il 2012 quando il Pil aumenterà del 2%. Tuttavia, il Tesoro nel documento sottolinea che «dall'inizio di quest'anno i segnali di ripresa si stanno rafforzando».
Anche sulla finanza pubblica dalla Ruef non emerge un quadro incoraggiante. Il deficit del 2010 viene confermato al 5% del Pil, ma il debito schizza al 118,4% rispetto al 116,9% della precedente stima. Soltanto dal 2012 è previsto riprendere «un profilo discendente» del debito che si dovrebbe attestare al 117,2%. Quanto al disavanzo, l'esecutivo assicura che «intende mantenere gli impegni assunti in sede europea, confermando il percorso di consolidamento finanziario: gli obiettivi programmatici restano fissati al 3,9% del Pil nel 2011 e al 2,7% nel 2012». Nel rapporto viene, comunque, sottolineato che sul fronte del deficit l'Italia se la cava meglio degli altri paesi europei. Nel 2009 c'è stato un aumento del disavanzo 5,3% del Pil) «minore di quello della media dei Paesi dell'area euro».
Tuttavia, per rispettare gli obiettivi di finanza pubblica si rende necessaria «una manovra correttiva sul saldo primario pari in termini cumulati a circa l'1,6% del Pil nel biennio 2011-2012», che in termini assoluti corrisponde a circa 25 miliardi di euro (24,8 miliardi). Sulla manovra il leader della Cgil, Guglielmo Epifani, ha chiesto una convocazione urgente al ministro Giulio Tremonti. «Noi non sappiamo nulla - ha detto - si apre una fase molto difficile che richiede da parte del governo più trasparenza e responsabilità». Anche per il Pd una manovra da 25 miliardi è «impressionante» e ha avvertito il governo che l'opposizione sarà al suo fianco solo se verranno compiute «scelte coraggiose», mentre sulle «scorciatoie dei condoni l'opposizione sarà durissima».
Mentre per tornare ai livelli pre-crisi occorrerà attendere il 2012 quando il Pil aumenterà del 2%. Tuttavia, il Tesoro nel documento sottolinea che «dall'inizio di quest'anno i segnali di ripresa si stanno rafforzando».