28 agosto 2025
Aggiornato 11:00
Rallenta anche la corsa della pasta

La caduta dei prezzi sui campi “taglia” i listini al dettaglio

La Cia commenta le stime provvisorie dell’Istat ed evidenzia i problemi che attanagliano gli agricoltori

ROMA - I prezzi sempre all’ingiù sui campi (meno 6,1 per cento a gennaio scorso) trascinano al ribasso i listini al dettaglio di frutta (meno 1,5 per cento), ortaggi (meno 1,2 per cento), vino (meno 2,5 per cento), olio d’oliva (meno 3,1 per cento) e formaggio (meno 1,1 per cento). Rallenta anche la corsa della pasta (meno 0,5 per cento), che da alcuni mesi ha visto assestarsi le proprie quotazioni al consumo. E’ quanto segnala la Cia-Confederazione italiana agricoltori in merito alle stime provvisorie dell’Istat sull’inflazione a febbraio che registrano un aumento di appena lo 0,1 per cento degli alimentari rispetto al mese precedente e del solo 0,2 per cento nei confronti dello stesso periodo del 2009.

La caduta delle quotazioni all’origine, che ormai si trascina da più di un anno, ha contribuito così a rallentare il trend inflazionistico. Un contributo che, tuttavia, è stato pagato a caro prezzo dagli agricoltori, i cui redditi -ricorda la Cia- hanno subito un pesante colpo di scure (meno 25,3 per cento nel 2009). Un ribasso determinato anche dal crescente aumento dei costi produttivi, contributivi e burocratici.

La Cia sottolinea che la discesa dei prezzi all’origine dei prodotti agricoli, pur non presentando i numeri estremamente negativi registrati per tutto il 2009, si è confermata anche nello scorso mese di gennaio. I cali più evidenti -come segnala l’Ismea- si sono avuti per i vini (meno 13,9 per cento), per la frutta fresca e secca (meno 12,5 per cento), per gli ortaggi e i legumi (meno 9,1 per cento), per i cereali (meno 3,9 per cento, con punte sempre elevate -meno 10/12 per cento- per il grano duro), per i bovini (meno 2,5 per cento), per il latte e i suoi derivati (meno 0,5 per cento).