5 maggio 2024
Aggiornato 11:30
«Dieta antismog»

Non solo domeniche a piedi, arriva anche la dieta giusta

Con cibo ok ogni famiglia abbatte mille kg di anidride carbonica all'anno

ROMA - Non solo blocchi del traffico, come quello di oggi in 169 comuni del Centro-Nord, domeniche a piedi, targhe alterne. Anche la giusta dieta può aiutare l'ambiente e inquinare meno: ogni pasto che facciamo, infatti, percorre in media quasi duemila chilometri con aerei, navi o camion, prima di giungere a tavola, anche a causa di stili di vita poco attenti alla stagionalità nei consumi e che sprecano energia. Per questo la Coldiretti, in concomitanza con il blocco del traffico delle principali città, ha presentato in gazebo nelle piazze la prima «dieta antismog», con la lista nera dei cibi da evitare per contribuire a migliorare l'aria e salvare ambiente e salute.

Qualche esempio? E' stato calcolato che un chilo di ciliegie dal Cile per giungere sulle tavole italiane deve percorrere quasi 12mila chilometri, con un consumo di 6,9 chili di petrolio e l'emissione di 21,6 chili di anidride carbonica, mentre un chilo di mirtilli dall'Argentina deve volare per più di 11mila chilometri con un consumo di 6,4 kg di petrolio, che liberano 20,1 chili di anidride carbonica e l'anguria brasiliana viaggia per oltre 9mila km, brucia 5,3 chili di petrolio e libera 16,5 chili di anidride carbonica per ogni chilo di prodotto, attraverso il trasporto con mezzi aerei.

Allora, la parola d'ordine è 'mangiare prodotti locali per aiutare l'ambiente': usando prodotti locali, di stagione e a chilometri zero, facendo attenzione agli imballaggi, una famiglia può arrivare ad abbattere fino a mille chili di anidride carbonica l'anno. Il consumo di prodotti fuori stagione provenienti di migliaia di chilometri di distanza è - sottolinea la Coldiretti - una tendenza snob in forte ascesa che concorre peraltro a far saltare i budget con prezzi superiori fino ad oltre dieci volte a quelli di mele, pere, kiwi, uva, arance e clementine Made in Italy ed «appare del tutto ingiustificata» perché si tratta spesso di prodotti poco gustosi e poco saporiti, essendo stati raccolti ad un grado di maturazione incompleto per poter resistere a viaggi di migliaia di chilometri percorsi su mezzi inquinanti che liberano nell'aria gas ad effetto serra.