28 agosto 2025
Aggiornato 06:30
Dopo il crollo in borsa

La stampa iberica critica Zapatero

El Pais: «allarme, quasi panico, i mercati non si fidano». El Mundo: «perdita inarrestabile di credibilità»

MADRID - «Allarme, quasi panico»: questo il titolo dell'editoriale del quotidiano spagnolo El Pais il giorno dopo la caduta della Borsa spagnola, trascinata al ribasso dai timori di una grave crisi della finanza pubblica di Madrid.

E' probabile che questa situazione si prolunghi se il governo o qualcuno dotato di sufficiente autorità presso i mercati non convincerà gli investitori del fatto che i conti pubblici potranno essere stabilizzati in un periodo di tempo ragionevole, avverte l'editoriale del quotidiano progressista, che sottolinea come «la realtà nuda e cruda è che gli investitori hanno collegato la situazione greca alla debolezza della finanza spagnola».

I mercati, conclude El Pais, non si fidano della Spagna per tre motivi: perché un tasso di disoccupazione del 19% non può essere finanziato per un periodo prolungato; perché non credono che i vaghi piani presentati dal governo - come «una vacillante riforma delle pensioni o un piano di austerità che non congela ai salari della pubblica amministrazione» - garantiscano la solvibilità; perché «si rendono conto della debolezza politica del governo (e della sua mancanza di rigore) che gli impedisce per esempio di mettere un freno alla spesa regionale».

El Mundo da parte sua ricorda la frase biblica pronunciata ieri dal premier José Luis Rodriguez Zapatero - intervenuto alla «colazione di preghiera» organizzata a Washington, dove ha incontrato il presidente Barack Obama - «Paga ciò che gli è dovuto prima che tramonti il sole»: «I mercati finanziari reclamano proprio questo: che l'economia spagnola rispetti i suoi impegni con l'euro, che il settore immobiliare ripaghi in fretta i suoi debiti e quello finanziario identifichi con totale trasparenza quale sia il suo attuale stato di rischio». Per il quotidiano conservatore il problema è «la perdita inarrestabile di credibilità» dell'esecutivo socialista.