20 aprile 2024
Aggiornato 14:00
Si teme l'effetto-Grecia

Le borse di Madrid e Lisbona in picchiata

Per Almunia «problemi comuni», per Juncker «nessun rischio». Gli analisti sono preoccupati per lo stato dei conti pubblici dei due paesi

MADRID - Le borse della penisola iberica sono crollate sotto il peso delle crescenti preoccupazioni riguardanti la tenuta dei conti pubblici di Spagna e Portogallo, che fanno temere agli investitori una situazione simile a quella della Grecia. La Borsa di Madrid ha chiuso in picchiata, a -5,94%, mentre Lisbona ha ceduto il 4,98%, nettamente peggio di quanto avvenuto nelle altre piazze europee.

Da alcuni giorni, gli osservatori e gli analisti sono preoccupati per lo stato dei conti pubblici dei due paesi, che agita il fantasma della Grecia, i cui deficit e debito sono talmente alti che la Commissione europea ha deciso ieri di mettere il paese sotto semi-tutela. Mercoledì il commissario uscente per gli Affari economici e monetari, Joaquin Almunia, ha accostato il caso spagnolo, quello portoghese e quello greco, scatenando l'ira di Madrid e di Lisbona.

«Alcuni membri della zona euro, con delle posizioni di partenza diverse, delle caratteristiche diverse, condividono gli stessi problemi», ha dichiarato Almunia, citando Grecia, Spagna e Portogallo. Ma «se la Grecia è un problema per la zona euro, la Spagna potrebbe essere un disastro, poiché ne è la quarta economia», ha sottolineato l'economista americano Nouriel Roubini in una sua analisi. Il presidente dell'Eurogruppo, Jean-Claude Juncker, ha tentato di calmare la situazione a fine giornata, assicurando che la Spagna e il Portogallo «non rappresentano un rischio» per Eurolandia.

Entrata in recessione nel 2008, la Spagna ha visto i suoi conti pubblici peggiorare ad un ritmo vertiginoso, con un deficit pubblico passato dal 2,23% del pil nel 2007 all'11,4% nel 2009. Il suo debito pubblico è salito dal 36,2% del pil nel 2007 al 55,2% nel 2009 e dovrebbe schizzare al 74,3% nel 2012, secondo le previsioni del governo. Madrid ha promesso di riportare il deficit sotto il tetto del 3% nel 2013. Il governo ha annunciato la settimana scorsa un piano di austerità da 50 miliardi di euro in tre anni, accolto con scetticismo da alcuni analisti, che ritengono le previsioni di crescita troppo ottimistiche. Il deficit pubblico della Spagna è vicino a quello della Grecia, stimato al 12,7% per il 2009, ma il debito ellenico è nettamente superiore, pari a 113% del pil.

Sul fronte portoghese, il governo socialista si è impegnato a riportare il deficit pubblico all'8,3% del pil nel 2010, dopo il 9,3% del 2009, il livello record dall'inizio della democrazia, nel 1974. Il debito pubblico, pari al 76,6% del pil nel 2009, dovrebbe raggiungere l'85,4% nel 2010. Dopo Atene, Lisbona è diventata la nuova 'preda' dei mercati, secondo il ministro delle Finanze Fernando Texeira dos Santos, che ha denunciato il comportamento «irrazionale» degli investitori.