19 aprile 2024
Aggiornato 10:00
Made in Japan in affanno

Lo «smacco» Toyota è solo l'ultimo caso

Mentre l'economia del Paese è assediata da rivali asiatici

TOKYO - Il gigantesco richiamo in officina di milioni di auto della Toyota segna un nuovo smacco tra i grandi gruppi industriali nipponici, mentre i samurai sentono sul collo il fiato del Dragone: la Cina che si appresta a sorpassare l'Arcipelago quale seconda maggiore economia globale. Il caso Toyota - salito alle cronache dopo un ampliamento dei richiami nei giorni scorsi, che ora oltre agli Usa toccano anche Europa e Cina - giunge proprio mentre il vettore di bandiera, la Japan Airlines ha fatto un 'atterraggio di emergenza' presso i tribunali fallimentari, da cui dovrà uscire dopo aver subito una drastica ristrutturazione.

Ma anche Honda, secondo produttore di auto del Sol Levante ha precedentemente richiamato 646.000 vetture per un difetto agli alzacristalli elettrici. E da tempo il gigante dell'elettronica Sony si è visto sopravanzare su diverse tipologie di prodotti di massa, come i lettori multimediali, dall'americana Apple, su alcuni segmenti, come le Tv a schermo piatto dai gruppi coreani. In un contesto di agguerrita concorrenza, il Giappone vede offuscarsi la reputazione sull'elevata qualità dei suoi prodotti, un punto di forza su cui ha fatto leva negli scorsi decenni.

I problemi che hanno riguardato Toyota, Sony e Jal sono diversi tra loro, ma secondo alcuni analisti ci sono delle lezioni comuni da trarre: l'espansione a livello globale crea dei rischi di autoappagamento sulle posizioni conquistate, che si possono pagare a caro prezzo. Inoltre la mentalità di lavoro seguita in molti dei gruppi nipponici crea possibili problemi di comunicazioni interna alle stesse aziende.