Rendimento «azzerato» per i BoT
Nuovo minimo storico dello 0,37%. Domanda tre volte superiore all'offerta. Gli esperti: pesa la crisi e si punta sul breve
MILANO - Tempi duri per i BoT people, i risparmiatori che parcheggiano i loro soldi nei buoni del tesoro. Il rendimento dell'emissione trimestrale da 3,5 miliardi ha toccato, infatti, un nuovo minimo storico dello 0,37%, dovuto anche alla domanda che è stata quasi tre volte superiore all'offerta. E se venissero applicate la commissione massime per l'acquisto, pari a 10 centesimi, il rendimento scenderebbe addirittura sotto zero, a -0,08%. Senza contare l'effetto dell'inflazione.
Ma a scongiurare questo scenario, un decreto del Tesoro, emesso dopo un analogo episodio verificatosi lo scorso settembre, che stabilisce un tetto alle commissioni massime affinché, incluse la ritenuta fiscale, il prezzo totale di vendita del Bot non superi quota 100 euro per ogni 100 euro di capitale investito. «Non c'è rendimento negativo perché scatta il limite imposto lo scorso ottobre dal Tesoro alle commissioni», spiega Luca Cazzulani fixed income strategist di Unicredit. «Gli intermediari - prosegue Cazzulani - hanno diritto di imporre 10 cent per il collocamento dei BoT, ma lo scorso ottobre i rendimenti erano già così bassi che con commissione e tassazione (12,5%) sarebbero stati negativi. Quindi la decisione di fare il decreto».
LIQUIDITÀ - Altro elemento a sostegno della domanda il fatto che «in giro c'è molta liquidità e poi gli investitori non prendono in considerazioni l'ipotesi di lasciare gli investimenti a breve a causa dell'incertezza ereditata dalla crisi che ha ridotto al minimo la propensione al rischio», spiega Andrea Beltratti docente di Economia politica dell'Università Bocconi.
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