29 marzo 2024
Aggiornato 05:30
Trimestre record per l'energia eolica negli Stati Uniti

Obama al MIT: «l'America vincerà la sfida energetica»

La strategia dell'Amministrazione punta su uno sviluppo sostenibile di tutte le fonti energetiche di nuova generazione

NEW YORK - «La nazione che vincerà la competizione energetica oggi guiderà l'economia globale nel ventunesimo secolo». Barack Obama ha scelto il Massachusetts Institute of Technology per rilanciare la sfida sulle energie alternative e il dibattito politico legato alla legge sul clima su cui si gioca gran parte del suo primo anno di presidenza. «Io voglio che sia l'America a vincere quella competizione, lo sviluppo e l'innovazione sono da sempre nel nostro Dna», ha detto il presidente interrotto più volte dagli applausi dei ricercatori del Mit.

«GREEN GOV» -Obama ha ripreso i punti chiave del suo primo anno di governo nel quale ha da ultimo lanciato l'iniziativa «green gov», che mira tra l'altro a tagliare i consumi degli uffici federali per dare il buon esempio agli americani. «Con gli stimoli all'economia abbiamo lanciato il più grande investimento in energie alternative della storia», ha detto Obama che ha anche visitato i laboratori del Mit accompagnato dal senatore del Massachusetts, John Kerry.

NUCLEARE «SICURO» - La sua strategia punta su uno sviluppo sostenibile di tutte le fonti energetiche di nuova generazione dai pannelli solari al nucleare «sicuro». Proprio nei giorni scorsi gli Stati Uniti hanno registrato un trimestre record nello sviluppo di nuove centrali eoliche, con la nascita di ben 23 nuovi impianti nel Paese. Ad oggi il «vento» americano produce l'equivalente energetico di 10 centrali atomiche.

L'intervento di Obama arriva in un momento delicatissimo della discussione energetico-ambientale. Sulla scena internazionale il presidente deve recuperare il fallimento dei colloqui di Bangkok in vista della conferenza internazionale di Copenaghen e proprio in queste ore sta lavorando a una strategia con Cina e India per uscire dall'impasse e stendere le basi per un nuovo trattato ambientale.

LEGGE SUL CLIMA - Non meno difficile è la questione sul fronte interno dove la sua legge sul clima, approvata dalla Camera a giugno è nei cassetti del Senato da mesi e rischia di slittare a dopo il vertice danese, con il pericolo di compromettere le conclusioni della conferenza. Uno dei maggiori alleati del presidente sulla questione è proprio Kerry che sta spingendo per velocizzare l'iter legislativo. Molti degli stessi democratici sono infatti spaccati sulla proposta per i forti poteri regolatori che vengono conferiti all'Agenzia per la Prtoezione Ambientale, molto scettica sull'efficacia dei biocombustibili. I repubblicani invece sono da sempre sul piede di guerra per impedire l'imposizione di un tetto alle emissioni alle imprese che aggiungerebbe un ulteriore fardello sulle spalle dell'economia già fiaccata dalla recessione.