23 aprile 2024
Aggiornato 09:30
Il Presidente di Confagricoltura in Emilia sulla crisi dei prezzi agricoli

Vecchioni: Bruxelles trovi nuovi strumenti a sostegno del mercato

«O allenti i vincoli che ingessano gli interventi nazionali»

MODENA - Le produzioni agricole sono sottoposte ad una pressione competitiva ormai insopportabile e la situazione dei prezzi nell’ultimo mese mostra ancora preoccupanti tendenze al ribasso. Se per qualche comparto si intravedono timidi segnali di una possibile inversione di tendenza, per tutti i prodotti i cali delle quotazioni rispetto allo scorso anno sono netti e pesanti: meno 10-15% per suini e lattiero-caseario, -30% per i cereali, -50% circa per pesche e nettarine, rispetto ai listini di un anno fa. In altre parole, oltre la metà della produzione agricola è messa a repentaglio dalla continua picchiata delle quotazioni, a cui si abbina una costante tendenza al rialzo dei costi di produzione, che dura peraltro da diversi anni.

Queste le cause dell’iniziativa »Difendiamo ciò che vale, difendiamo l’agricoltura» presentata a Modena dal presidente di Confagricoltura, Federico Vecchioni, durante una manifestazione di produttori. La manifestazione, promossa da Confagricoltura, Cia e Copagri dell’Emilia Romagna, per richiamare l’attenzione della politica e delle Istituzioni sui gravi problemi che sta attraversando il settore agroalimentare italiano, si concluderà il 30 settembre, giorno in cui verrà presentato il disegno di Legge Finanziaria 2010.

«Innanzitutto - ha chiarito Vecchioni - occorre una ritrovata attenzione al mercato ed alle sue regole. Crediamo che Bruxelles debba intervenire con strumenti nuovi ed adeguati ai tempi, per consentire una corretta gestione delle scorte e l’utilizzo alternativo dei prodotti. Se poi non si ritiene di agire a livello comunitario, lo si faccia almeno consentendo ai singoli Stati dell’Unione europea di intervenire allentando le regole che attualmente vincolano le scelte nazionali».

Vecchioni ha quindi indicato un altro obiettivo prioritario: «Si deve - ha detto - operare sui rapporti e le regole tra i soggetti delle filiere. I ribassi delle quotazioni all’origine non sono sempre il frutto del rapporto tra domanda ed offerta, ma anche di una carenza di regole contrattuali».

Confagricoltura ha aperto un dialogo con la grande distribuzione organizzata, ricercando collaborazioni ed intese, con l’obiettivo di superare le criticità contrattuali che rendono sempre più difficile il dialogo tra il mondo della produzione e quello della distribuzione.

Ovviamente anche il sistema agricolo deve fare la sua parte: vanno adeguati gli schemi di produzione e di gestione dell’offerta, accrescendo la dimensione del fare impresa. Lo scenario complessivo e l’aumentata competitività lo impongono.

Tutto questo percorso deve poggiare su un ambiente politico istituzionale che non mini alla base le condizioni per fare impresa.

«Le calamità naturali ed i relativi costi di assicurazione non sono aspetti trascurabili per la produzione ortofrutticola - ha sottolineato il presidente di Confagricoltura - eppure sono mesi che gli interlocutori della politica e del Governo sembrano quasi ignorare l’esigenza di rifinanziare la legge sul fondo di solidarietà nazionale. L’unica forma di contribuzione finanziaria all’assicurazione agevolata, va ricordato, è stata quella prevista dall’attuazione dell’articolo 68 della health check: 70 milioni di euro a partire dal 2010 messi a disposizione dai fondi dei pagamenti diretti destinati agli agricoltori. Una contribuzione responsabilmente voluta anche da Confagricoltura e dalle sue imprese, cui si deve però ora affiancare un’azione determinata e risolutiva del Governo e del Parlamento, specie per sanare il biennio 2008-2009. Anche per gli oneri previdenziali, con la fiscalizzazione per le aree montane e svantaggiate, è necessario provvedere entro l’anno se non si vuole ancora di più minare la tenuta competitiva delle imprese sul fronte dei costi.

Infine Vecchioni ha ricordato la necessità di modificare al meglio la legislazione dei contratti di filiera, che vanno estesi a tutto il territorio, come prevede il disegno di legge Zaia in esame al Parlamento, ed adeguatamente finanziati. «E’ paradossale - ha commentato il presidente di Confagricoltura - che, mentre sono sempre più evidenti le esigenze di migliorare i rapporti tra gli operatori delle filiere, si rinunci ad uno strumento che può rivelarsi essenziale per rilanciare l’economia agroalimentare di aree e distretti con alta vocazione a questo tipo di produzione».