26 aprile 2024
Aggiornato 00:00
Pubblico impiego. Scuola

Scuola, carriera e bonus a docenti migliori, Gelmini: «Ora le regole»

«Apriamo un tavolo ma non perderò questo treno: puntare a qualità»

ROMA - Il ministro dell'Istruzione Mariastella Gelmini intende «definire entro sei mesi le regole per la carriera dei docenti», prospettando un percorso fondato sulla meritocrazia «in cui chi dà di più può raggiungere uno status e dei riconoscimenti anche economici di tutto rispetto»: gli insegnanti migliori saranno stabiliti con un «adeguato sistema di valutazione», al quale sta lavorando l'Invalsi. Lo annuncia la stessa Gelmini nel numero di settembre di Tutto Scuola.

Si procederà «con il coinvolgimento dei sindacati e delle associazioni professionali. Apriamo un tavolo, sono aperta a consigli, suggerimenti, proposte, non ad una contrattazione sindacale. Se dopo sei mesi si sarà pervenuti a una soluzione condivisa bene, altrimenti - avverte il ministro - il Governo andrà avanti per la propria strada prendendosi tutte le responsabilità. E' una cosa troppo importante, un passaggio fondamentale per arrivare a quella valorizzazione dei docenti che tutti vogliamo».

Per Gelmini «se ci si vuole arrivare sei mesi sono più che sufficienti, non perderò e non farò perdere questo treno alla scuola. Del resto siamo tutti d'accordo, ritengo, sul fatto che la qualità della scuola è data prima di tutto dalla qualità delle persone che la rappresentano».

La strada maestra sarà quella della valorizzazione del merito, per «valorizzare i docenti e i dirigenti che si impegnano di più. Non vogliamo togliere nulla a nessuno, sia chiaro, vogliamo dare di più a chi fa di più e meglio. La scuola italiana - dice a Tutto Scuola - è fiaccata da decenni di assenza totale di incentivi e di stimoli. Inoltre manca totalmente una cultura di misurazione e valutazione dei risultati. Non si può incolpare di questo chi lavora nella scuola. Ma non ci si può rassegnare all'immobilismo. Io non intendo farlo, anche se non sarà un processo breve né facile».

«Un sistema di istruzione più competitivo è nell'interesse strategico di tutta la collettività, e quindi anche delle singole parti che oggi sono più resistenti al cambiamento. Non conviene a nessuno che serpeggi la demotivazione e nessuno può più difendere privilegi, spesso declinati in termini di minor carico di lavoro a fronte di basse retribuzioni (e quindi tendenti ad abbassare la qualità del servizio), che oggi sono insostenibili e inaccettabili. Per fare tutto ciò - conclude Gelmini - occorre disporre di un adeguato sistema di valutazione, e all'Invalsi stanno lavorando alacremente su questo e molte energie e risorse investiremo su questo fronte».