3 maggio 2024
Aggiornato 17:00
La Lasme fa marcia indietro

Lasme: azienda ripristina mobilità. Decisione irrevocabile

Confindustria: «Rammarico, ma operai non hanno rispettato accordo»

POTENZA - La Lasme fa marcia indietro. A causa del «mancato ripristino dello stato di legalità» previsto nell'accordo sottoscritto ieri in prefettura a Potenza, l'azienda dell'indotto Fiat ha riavviato lo stato di mobilità per i 174 dipendenti.

I lavoratori dello stabilimento di San Nicola di Melfi (Potenza), dopo la comunicazione dell'intesa, non avevano interrotto completamente la protesta continuando a presidiare nel piazzale davanti alla fabbrica. I sette operai già ieri sera erano scesi dal tetto ma l'assemblea dei lavoratori aveva deciso di non interrompere il presidio fino al prossimo 4 settembre, giorno in cui la vertenza sarà discussa al ministero dello Sviluppo economico.

Per l'azienda, dunque, «non sussistono le condizioni per la sospensione» della procedura di mobilità in quanto l'accordo firmato in prefettura prevedeva che la società doveva riottenere la «piena disponibilità del sito fino ai cancelli dello stabilimento».

«Gli operai - ha dichiarato il responsabile delle relazioni industriali di Confindustria Basilicata, Franco Dell'Acqua - avrebbero dovuto riconsegnare lo stabilimento ai responsabili dell'azienda. Sono rammaricato per l'evoluzione degli avvenimenti - ha concluso Dell'Acqua - ma l'accordo non è stato rispettato perchè non è stato ripristinato lo stato di legalità». La Lasme ha definito «irrevocabile» la decisione di rimettere in mobilità gli operai di Melfi.