28 agosto 2025
Aggiornato 12:00

Banche, Cgia: le sofferenze si concentrano sulle grandi imprese

A carico del primo 10% dei maggiori affidati il 77% del totale

ROMA - I grandi gruppi industriali sono sempre più «cattivi pagatori» ed è proprio sulle grandi imprese che si concentrano le sofferenze degli istituti di credito. Lo sostiene la Cgia di Mestre, secondo cui le grandi aziende in Italia rappresentano lo 0,1% del totale delle imprese (circa 3.500 su quasi 4,5 milioni) e danno lavoro a circa il 20% degli occupati nel Paese, «ma nei rapporti con le banche vantano un record veramente sorprendente: le sofferenze a carico del primo 10% degli affidati è pari al 76,8% del totale».

Al 31 dicembre 2008 - sottolinea infatti la Cgia, che ha elaborato dati della Banca d'Italia - le sofferenze totali sui finanziamenti per cassa effettivamente erogati dal sistema bancario italiano erano pari a 40,9 miliardi di euro. Di questi, il 76,8% (pari a circa 31,5 miliardi) era in capo al primo 10% dei maggiori affidati.

«Appare evidente, salvo forse qualche rara eccezione - afferma Giuseppe Bortolussi della Cgia - che questo 10% di maggiori affidati non sono certo piccoli imprenditori o famiglie o lavoratori autonomi, ma quasi esclusivamente grandi società o gruppi industriali. E visto che il trend delle sofferenze a carico dei maggiori affidati degli ultimi anni è passato dal 72,8% del 2000 al 76,8% della fine dell'anno scorso, possiamo dire che le banche italiane ormai sono vittime delle grandi imprese».

«Queste ultime - aggiunge Bortolussi - sono quelle che ricevono i maggiori finanziamenti e, per contro, presentano i tassi di insolvenza più elevati. Non vorremmo che questa anomalia fosse dovuta al fatto che nella grande maggioranza dei casi nei consigli di amministrazione dei più importanti istituti di credito sono presenti proprio questi grandi imprenditori o persone a loro molto vicine».

Grandi imprese, evidenziano gli artigiani di Mestre, «che non sono solo cattivi pagatori nei confronti delle banche ma anche nei confronti dei loro fornitori. Infatti, in Italia siamo fanalino di coda in Europa per i ritardi di pagamento nelle transazioni commerciali, con gravi ripercussioni economiche per milioni di piccole imprese». Secondo una ricerca fatta qualche anno fa dall'Ue, conclude Bortolussi, «in Italia i ritardi di pagamento imputabili alle grandi imprese si verificano con una frequenza doppia rispetto a quelli addebitabili alle Pmi». Inoltre, «la durata delle dilazioni è doppia nel caso dei pagamenti effettuati dalle grandi imprese alle Pmi rispetto a quelli effettuati da queste ultime alle grandi imprese».