Confagricoltura su relazione Bankitalia
«Senza fiducia (e coraggio) non si costruisce. Si supporti la nostra fiducia»
ROMA - La Relazione del Governatore della Banca d’Italia - rileva Confagricoltura - pone in evidenza che in Italia la crisi mondiale determinerà, secondo le previsioni più aggiornate, una caduta del PIL di circa il 5% nel corrente anno. Questa previsione amplifica notevolmente la caduta del PIL registrata nel 2008 (-1%), contrassegnata, fra l’altro, da una forte contrazione dei consumi alimentari (-2,3%) e da una sensibile flessione degli investimenti fissi lordi (-3%). Peraltro, la Relazione rimarca che, fra tutti i settori produttivi, solo l’agricoltura, nel 2008, ha segnato un incremento (2,4%).
«In un contesto generalizzato di segnali negativi la maggiore tenuta del settore primario rispetto ad altri settori produttivi rappresenta - commenta il presidente di Confagricoltura Federico Vecchioni - almeno un elemento di equilibrio, che può dare garanzie sul piano strategico dell’approvvigionamento alimentare».
Occorre chiedersi - aggiunge Federico Vecchioni - fino a quando la situazione sarà sostenibile anche per l’attività primaria. Avvertiamo segnali preoccupanti, nell’anno in corso, soprattutto in alcuni settori importanti, come quelli delle produzioni cerealicole, del vino, dell’olio di oliva ed in particolare delle produzioni zootecniche e del latte (dove non è garantita alle imprese una sufficiente redditività). Ed è allarme per consumi e occupazione.
«‘L’asfissia finanziaria’, registrata da Mario Draghi, preoccupa notevolmente anche le imprese agricole - dice il presidente di Confagricoltura Federico Vecchioni -. Le Banche valutino il merito creditizio con lungimiranza».
«E’ condivisibile il messaggio di Draghi sul riequilibrio dei conti pubblici e le politiche strutturali. Servono interventi immediati sulla spesa pubblica e per puntare sulla crescita. Attenzione però a non dimenticare l’agricoltura che può dare un importante contributo alla ripresa».
Confagricoltura ha apprezzato il messaggio del Governatore della Banca d’Italia Draghi nelle sue «Considerazioni finali»: «Uscire dalla crisi significa ricostruire la fiducia. La fiducia non si ricostruisce con la falsa speranza ma neanche senza speranza».
«La forza dell’ottimismo è indubitabile - conclude il presidente della Confagricoltura Federico Vecchioni -. Come imprenditori abbiamo il dovere di avere fiducia, di avere speranza perché senza di esse e senza coraggio non si supera una crisi che si avverte forte anche nelle campagne. Occorre però fare come negli anni Sessanta sostenendo la crescita soprattutto laddove, come in agricoltura, il tessuto economico è sano».