18 agosto 2025
Aggiornato 13:30

Siglata l'intesa applicativa della riforma del modello contrattuale

Il nuovo modello contrattuale sostituisce quello in vigore dal 1993

ROMA - Confindustria, Cisl e Uil hanno firmato l'intesa per l'attuazione della riforma del modello contrattuale. L'accordo ratifica, in sostanza, il protocollo quadro siglato il 22 gennaio scorso a Palazzo Chigi. Presente anche la Cgil che, comunque, non ha siglato l'intesa. Dopo la firma di Cisl e Uil sarà la volta dell'Ugl.

Il nuovo modello contrattuale sostituisce quello in vigore dal 1993. L'intesa prevede una durata triennale del contratto; assegna più peso alla contrattazione di secondo livello; manda in pensione l'inflazione programmata legando gli incrementi salariali a un nuovo indice previsionale costruito sulla base dell'Ipca, l'indice dei prezzi al consumo armonizzato elaborato da Eurostat, depurato dalla dinamica dei prezzi dei beni energetici importati. Il recupero dello scostamento tra inflazione prevista e inflazione reale sarà fatto entro la vigenza contrattuale. Durata triennale anche per il contratto di secondo livello che lega anche gli aumenti salariali all'incremento di produttività.

«E' il primo accordo interconfederale dopo 15 anni. Non potevamo perdere altro tempo rispetto a chi non vuole mai sottoscrivere un accordo, soprattutto in un momento di crisi come questo». E' il commento del Segretario Generale della Cisl, Raffaele Bonanni «E' un bene che in un momento come questo ci sia un nuovo modello contrattuale di natura partecipativa», aggiunge Bonanni. Quanto al no della Cgil e allo scenario che si potrebbe aprire sul fronte dei rinnovi contrattuali Bonanni non vede novità rispetto al passato: «non è la prima volta che succede. E' successo anche con il contratto del commercio e mi pare che, nonostante il no della Cgil, quell'accordo funzioni. Mi pare che i lavoratori abbiano apprezzato e che la confusione sia finita», prosegue. «Mi pare che nessuno abbia rifiutato i soldi e le nuove norme, anche i lavoratori della Cgil», conclude.