Federconsumatori: perchè non accade altrettanto per qualli al consumo?
«Se continua così le famiglie spenderanno, solo per l’alimentazione, 564 euro in più»
Ancora in calo i prezzi alla produzione dei prodotti agricoli, secondo l’Istat, a febbraio, sono scesi del 10,9%.
«Ma perché non accade altrettanto ai prezzi al consumo?» – si chiedono Rosario Trefiletti ed Elio Lannutti, Presidenti di Federconsumatori ed Adusbef.
«Come è possibile che, mentre i prezzi alla produzione diminuiscono, i prezzi al consumo, invece, rimangono invariati o, in alcuni casi, continuano a salire?!!».
L’esempio più eclatante è quello dei cereali, del grano in particolare, il cui prezzo, da gennaio 2008, è calato di ben il 60%, passando da 0,49 ¤ a 0,20 ¤ al kg. I prezzi di pasta e pane, invece, a quanto risulta dai nostri osservatori, dopo i vertiginosi aumenti del 30 – 35% registrati lo scorso anno, ora rimangono stabili.
A farne le spese sono le famiglie: ad esempio, una famiglia che consuma, in media, 1 Kg di pane al giorno, avrà una spesa annua maggiorata di 270 ¤.
Per lo stesso consumo di pasta, una famiglia spenderà 146 ¤ in più l’anno.
Ma, oltre ai cereali e derivati, anche gli altri generi di prima necessità non sono immuni da queste maggiorazioni, come il latte e la carne.
Quest’ultima, infatti, continua ad aumentare! Clamoroso è il caso del prezzo della carne di pollo: + 12% a gennaio 2008 rispetto a novembre2007, oggi + 18% rispetto a gennaio 2008.
Tutto ciò dimostra l’urgenza di una semplificazione della filiera e di una maggiore trasparenza e correttezza nella determinazione dei prezzi. In una fase delicata come questa non deve essere permesso a nessuno di speculare sulle tasche delle famiglie. Continuando così, infatti, queste si trascineranno dietro, anche per il 2009, un maggior costo per l’alimentazione di ben 564 ¤ all’anno.
A tale proposito torniamo inoltre a ribadire la necessità di una forte riduzione dei prezzi dei prodotti di largo consumo, di almeno il 20%.
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