4 maggio 2024
Aggiornato 14:00

Sicurezza sul lavoro: arriva un nuovo modello per valutarla

Ci stanno lavorando 27 fra aziende e associazioni, riunite in un tavolo tematico dall'Università di Bologna e dalla Fondazione Unipolis

BOLOGNA - Costruire un nuovo modello per garantire la sicurezza sul lavoro, che possa essere applicato da piccole e grandi imprese e salvaguardare tutti i lavoratori. E' questa la sfida in cui si impegnano l'Università di Bologna, la Fondazione Alma Mater e la Fondazione Unipolis, con il tavolo tematico «Salute e sicurezza nei luoghi di lavoro», in programma domani, a Bologna, a Villa Gandolfi Pallavicini.

«Il tavolo è nato dalla sollecitazione del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, in visita un anno fa all'Università di Bologna», spiega il rettore Pier Ugo Calzolai, «e riunisce tutte le conoscenze necessarie: il mondo accademico, le istituzioni e le imprese che eccellono in questi temi». Il tavolo, già attivo e che domani avrà la sua prima uscita pubblica, dovrà quindi creare un innovativo modello di valutazione della sicurezza e della salute nei luoghi di lavoro, che dovrebbe essere pronto a ottobre 2009 e messo gratuitamente a disposizione delle imprese interessate.

«Si tratta in altre parole di creare una nuova cultura del lavoro, una nuova responsabilità delle aziende: per riuscirci c'è bisogno anche di una formazione specifica», sottolinea Walter Tega , presidente della Fondazione Alma Mater. «Non ci si può occupare di sicurezza sul lavoro a corrente alternata, solo dopo grandi tragedie, ma si deve tenere alta l'attenzione», aggiunge Walter Dondi, consigliere delegato della Fondazione Unipolis. «Il tavolo ha l'obiettivo ambizioso ridurre il numero degli infortuni e avvicinare l'Italia agli altri Paesi europei». «Per riuscirci partiamo da quel pezzo d'Italia dove si lavora in sicurezza: ovvero dalle aziende d'eccellenza che abbiamo coinvolto nel progetto», illustra Francesco Saverio Violante, ordinario di Medicina del lavoro nell'Ateneo bolognese e coordinatore del tavolo.

Da Ducati a Lamborghini, da Fincantieri a Ferrovie dello Stato, sono 27 le imprese e le associazioni che lavorano al tavolo e che secondo i promotori rappresentano le migliori pratiche per quanto riguarda la qualità, l'ambiente, la salute e la sicurezza. «L'obiettivo è unire settori molto diversi fra loro per creare un sistema che possa essere applicato sia dalla grande impresa che dalla piccola azienda artigiana», spiega Ennio Dottori del gruppo Hera. Secondo i promotori, in effetti, sono proprio le piccole e medie imprese a fare più fatica sui temi della sicurezza: «E' difficile per loro adeguarsi agli standard necessari», aggiunge Dottori. «Il modello che costruiremo sarà invece uno strumento che potranno adottare agevolmente».

E fra gli anelli deboli sul tema sicurezza il tavolo riserva un'attenzione particolare ai lavoratori stranieri, grazie alla presenza di Domenico Berardi, coordinatore del centro di ricerca sulla salute mentale dei migranti dell'Università. «Mentre fra gli italiani c'è un calo degli infortuni», spiega Berardi, «fra i migranti questi aumentano e raggiungono il 10%, e questo senza contare gli irregolari. La causa è che lavorano in settori ad alto rischio, ma va detto che spesso manca una cultura di difesa del lavoro: si sottopongono a turni massacranti e fanno due o tre lavori contemporaneamente».

Le regole sulla sicurezza potrebbero cambiare presto con le modifiche al testo unico proposte negli scorsi giorni dal ministro del Welfare Maurizio Sacconi. «Tenendo conto che il decreto presentato ha molta strada da fare e probabilmente subirà modifiche», commenta Francesco Saverio Violante, «sembra che le novità non siano sconvolgenti e che l'impianto del testo unico rimanga lo stesso». Ma il progetto di Università e Unipolis guarda oltre. «Non si tratta semplicemente di rispettare le norme in vigore sulla sicurezza», aggiunge Tega, «ma di operare un continuo miglioramento e di puntare all'eccellenza».