4 maggio 2024
Aggiornato 21:00

Contratti: il 95% dei lavoratori dell’agro-industria ha bocciato l’accordo

L’esito del voto è stato confermato dai dati relativi ai gruppi industriali più importanti e con il più alto numero di lavoratori occupati

ROMA - Anche i lavoratori dell’agro-industria sono stati chiamati in queste settimane ad esprimersi con il voto in merito all’accordo separato del 22 gennaio sulla contrattazione.
Dallo spoglio definitivo delle schede emerge che il 95% dei lavoratori consultati si sono espressi contrariamente all’accordo, sostenendo con il proprio voto la posizione della Cgil che non ha voluto apporre la propria firma su quel testo di riforma.

L’esito del voto è stato confermato dai dati relativi ai gruppi industriali più importanti e con il più alto numero di lavoratori occupati.
Dalla lettura di questi specifici dati emerge, pertanto, che l’accordo del 22 gennaio è stato bocciato dal 98% dei votanti alla Unilever, dal 96% alla Ferrero, dal 95% alla Amadori, dal 94% alla Nestlè, dal 93% alla Galbani, alla Ciccolella, alla Peroni e alla Sammontana, dal 92% al gruppo Aia-Veronesi, dal 91% alla Granarolo e alla Barilla e dall’85% alla Parmalat.

Si è espresso contrariamente anche il 98% dei votanti nel settore della forestazione e il 95% di quelli del settore vitivinicolo.

«Questi dati testimoniano la solenne bocciatura che i lavoratori dell’agro-industria hanno voluto dare all’accordo separato in materia di contratti» – ha dichiarato il Segretario generale della Flai-Cgil Stefania Crogi – «e dimostrano che non è possibile fare accordi sulle grandi riforme senza aver prima ascoltato la voce e il parere di chi sta fisicamente nei luoghi di lavoro».
«I nodi dell’accordo separato vengono al pettine» – ha continuato Crogi – «ed è per questo che chiediamo al governo che l’ha promosso e alle Organizzazioni che lo hanno sottoscritto di fare marcia indietro e di tornare a discutere delle regole sulla contrattazione insieme alla Cgil».