19 aprile 2024
Aggiornato 07:00

Emilceramica: mancato accordo su procedura di mobilità

L'assessore regionale alle Attività produttive Duccio Campagnoli aveva presentato alle parti una proposta di accordo che prevedeva il ritiro da parte di Emilceramica della procedura di licenziamento per i 116 dipendenti

BOLOGNA - È stato sancito presso la sede della Regione Emilia-Romagna il mancato accordo con Emilceramica sulla procedura di mobilità riguardante i 116 lavoratori dello stabilimento di Solignano (Modena).

L'assessore regionale alle Attività produttive Duccio Campagnoli aveva presentato alle parti una proposta di accordo che prevedeva il ritiro da parte di Emilceramica della procedura di licenziamento per i 116 dipendenti, l'attivazione di un piano di riorganizzazione comprendente la cessazione dell'attività produttiva dello stabilimento di Solignano, l'utilizzo della cassa integrazione straordinaria (con definizione a livello aziendale delle modalità di svolgimento) riguardante tutti gli stabilimenti per 24/36 mesi, l'apertura di una procedura di mobilità riguardante unicamente i lavoratori che raggiungano i requisiti pensionistici oppure che vi aderiscano volontariamente, l'impegno aziendale a ricollocare i lavoratori in esubero in base ai posti di lavoro che si rendessero disponibili, in virtù dei pensionamenti e della mobilità volontaria, negli stabilimenti di Fiorano, la verifica tra le parti (sei mesi prima della conclusione del periodo di cassa integrazione straordinaria) della situazione relativa agli eventuali esuberi residui rispetto agli iniziali 116, per dar corso a eventuali ulteriori iniziative necessarie, compreso il ricorso a una procedura di mobilità considerando le strutture produttive che al momento saranno in funzione.

La delegazione sindacale ha condiviso tali proposte; l'azienda, invece, ha respinto l'ipotesi di mediazione istituzionale e confermato la propria immutata posizione relativamente alla disponibilità al ricorso alla cassa integrazione straordinaria per cessazione dell'attività solo per lo stabilimento di Solignano, alla possibilità di ridurre il numero degli esuberi di Solignano sottraendo il numero di lavoratori degli stabilimenti di Fiorano che si rendano volontari alla collocazione in mobilità e/o raggiungano i requisiti pensionistici, alla corresponsione di un incentivo all'esodo, pari a 12 mila euro lordi, a favore di quanti accedano alla mobilità.

I sindacati Femca-Cisl, Filcem-Cgil, Uilcem-Uil e la Rsu giudicano gravissimo e irresponsabile l'atteggiamento dell'azienda, che in queste settimane ha tenuto posizioni ambigue e contraddittorie, alternando fasi in cui si coglievano apparenti disponibilità ad altre di rigidità irragionevole, fino a giungere alla posizione assunta nell'ultimo confronto, che ha determinato il mancato accordo. La delegazione sindacale ritiene che la proposta di accordo presentata al tavolo istituzionale contenga le soluzioni necessarie per giungere alla positiva conclusione della difficile vertenza, tenendo conto delle varie posizioni espresse dalle parti, fornendo strumenti per affrontare la difficile crisi aziendale e tutelando i lavoratori. Risulta pertanto incomprensibile e inaccettabile il rifiuto dell'impresa ad accettare la soluzione proposta al tavolo regionale. Nei prossimi giorni saranno messe in campo ulteriori iniziative di lotta a sostegno della vertenza affinché l'azienda modifichi la propria posizione di chiusura pregiudiziale e dannosa per il futuro dell'impresa e dei lavoratori.