31 luglio 2025
Aggiornato 22:30

Crisi: dalla Cgil proposte concrete su ammortizzatori sociali

“Inviate oggi al Governo, le accolga”

ROMA – «La profondità della crisi, e il suo continuo aggravarsi, impone l’adozione immediata di misure di salvaguardia dell’occupazione e del reddito dei lavoratori con interventi mirati sugli ammortizzatori sociali, sulla loro estensione e capacità di copertura». A chiederlo sono i segretari confederali della Cgil, Susanna Camusso e Fulvio Fammoni, nel presentare il documento ‘Interventi a sostegno dell’apparato produttivo, dell’occupazione al reddito’ elaborato dai dipartimenti settori produttivi e politiche del lavoro della Cgil Nazionale e inviato oggi al Governo.

Camusso e Fammoni ribadiscono, inoltre, la necessità di una convocazione immediata da parte del Governo delle parti sociali e chiedono che le proposte avanzate modifichino e integrino il provvedimento varato la scorsa settimana dal Cdm. Un provvedimento che per la Cgil «contiene un primo risultato frutto della nostra iniziativa - come ad esempio l’esclusione dell’obbligo di 90 giorni prima di accedere agli ammortizzatori in deroga - e che dopo tanti inutili decreti dovrebbe avere il riconoscimento dell’urgenza».

In sintesi, il documento Cgil propone diverse misure, da estendere nel corso dei prossimi due anni, che privilegino lo strumento della cassa integrazione ordinaria, raddoppiando tra l’altro il numero di settimane di Cigo dalle 52 settimane attuali a 104, e che allo stesso tempo evitino il ricorso a quella straordinaria. In questo caso per la Cgil vanno privilegiati i contratti di solidarietà per evitare che lo strumento della Cigs sia il preludio alla perdita di posti di lavoro. Inoltre, va riconosciuta la Cig in deroga a ogni dimensione di impresa senza alcun vincolo con gli enti bilaterali. Vanno adottate misure ‘ad hoc’ contro la «crisi di fiducia» con interventi di sostegno al reddito. Infine, un’attenzione particolare alla difesa dell’occupazione femminile.

Alla luce di queste proposte «concrete» la Cgil chiede al Governo «un atto di responsabilità politica e sociale convocando immediatamente le parti sociali per ricercare insieme le soluzioni necessarie, difendendo le potenzialità economiche e sociali del Paese», aggiungono Camusso e Fammoni. Un confronto che per i due dirigenti sindacali deve partire dalla ripartizione quantitativa e qualitativa degli 8 miliardi di euro, così come deciso dall’accordo Stato/Regioni del 12 febbraio, per gli ammortizzatori sociali in deroga.

Di seguito le misure proposte dalla Cgil nel documento «Interventi a sostegno dell’apparato produttivo, dell’occupazione e al reddito»

Cassa integrazione ordinaria. La Cgil propone il biennio 2009/2010 in via straordinaria e temporanea: un aumento fino al raddoppio del numero delle settimane di Cig ordinaria (oggi 13 settimane prorogabili per un massimo di 12 mesi o 52 settimane su 24 mesi per richieste discontinue nel tempo) a cui poter fare ricorso da parte delle imprese; una variazione delle modalità di conteggio delle settimane utilizzate di Cigo (oggi 1 giorno di intervento della Cigo equivale ad una settimana conteggiata), riconvertendo il numero delle settimane in ore effettivamente fruibili dalle imprese; l’incremento dell’intervento della Cigo per i casi di crisi in agricoltura oltre i 90 giorni attualmente previsti e aumento fino a 6 mesi per l’intervento degli ammortizzatori per i lavoratori dell’edilizia; la sospensione della norma (art. 1, c. 9 della legge 223/91) sulla durata massima dei periodi di Cassa Integrazione Ordinaria, Straordinaria e Contratti di solidarietà, che prevede il non superamento complessivo del cumulo di 36 mesi di intervento degli ammortizzatori nell’arco del quinquennio iniziato l’11 agosto 2005 che quindi scade il 10 agosto 2010, al fine di gestire i casi di crisi più acuti in corso; la possibilità di accedere direttamente dalla Cigo ai Contratti di Solidarietà laddove con tale strumento è possibile evitare la riduzione degli organici e quindi determinare condizioni di ripresa del lavoro a tempo pieno;

Cassa integrazione straordinaria. Si chiede, in caso di ricorso a questo strumento per crisi, riorganizzazione e ristrutturazione, di: rendere maggiormente agibile la possibilità di trasformazione e riconversione  della cassa straordinaria in Contratto di Solidarietà, con il preciso obiettivo di salvaguardare il massimo dell’occupazione esistente; favorire, per le situazioni in corso di Cassa Integrazione Straordinaria e la cui durata si trova in prossimità della scadenza, il riconoscimento di proroghe temporali orientate prevalentemente alla stipula di nuovi Contratti di Solidarietà; modificare il regime dei contratti di solidarietà definiti dall’art. 5, comma 5, della legge 236/93, ovvero per i lavoratori delle imprese escluse dalla 223 (esempio aziende artigiane, aziende con meno di 15 dipendenti, aziende commerciali con meno di 50 dipendenti, ecc.) il quale prevede che la metà dell’integrazione pari al 50% delle ore non lavorate (con natura solo assistenziale dell’integrazione) sia destinata all’impresa, il che fa scendere la copertura salariale per i lavoratori ad un quarto della retribuzione. Si richiede di superare tale situazione, garantendo al lavoratore il 50% effettivo della retribuzione persa.

Cassa integrazione in deroga. La Cgil chiede che sia estesa e riconosciuta per ogni dimensione d’impresa. La Cig in deroga, inoltre, non dovrà essere sottoposta ad alcun vincolo circa il possibile intervento degli Enti Bilaterali. Inoltre, perché sia reso tempestivo l’intervento della Cassa Integrazione in deroga, e nel contempo far corrispondere tale intervento allo spirito dell’accordo Stato/Regioni sull’attuazione dei piani di politica attiva del lavoro, la ripartizione delle risorse disponibili dovrà avvenire in stretto rapporto all’effettivo stato di crisi del tessuto produttivo locale e dovrà essere oggetto di verifica costante da parte degli uffici provinciali e regionali del lavoro nonché delle parti sociali.

Interventi di sostegno al reddito. Porre immediato rimedio alla «crisi di fiducia» che investe quei lavoratori colpiti dalla crisi, con un intervento tangibile di sostegno al reddito. La Cgil propone: l’aumento dei massimali retributivi di Cassa Integrazione per renderli effettivamente corrispondenti all’integrazione dell’80% del salario percepito a copertura delle ore perse oltre il 1° mese di intervento della cassa integrazione a vario titolo; il riconoscimento con provvedimento retroattivo dell’integrazione salariale prevista dalla Cig per i lavoratori a termine, stagionali, interinali e co.co.pro, che sono stati licenziati anticipatamente (a partire dal 1° settembre 2008, data sostanzialmente corrispondente all’inizio dell’attuale crisi) rispetto alla durata prevista dei propri contratti di lavoro a copertura  dei periodi residui di mancato lavoro; per questi stessi lavoratori, i periodi di lavoro prestati a vario titolo sommati ai periodi intervenuti di integrazione salariale, dovranno essere utili ai fini del riconoscimento e della maturazione del diritto alla disoccupazione ordinaria, speciale o a requisiti ridotti, e dei relativi trattamenti economici; riconoscimento fino a 6 mesi della disoccupazione speciale per i lavoratori dell’edilizia; inoltre, per coloro che sono stati assunti per la prima volta nel corso del 2008 e hanno perso il lavoro, si richiede di non considerare il requisito dell’anno di contribuzione nel biennio precedente, oggi necessario per la fruizione dell’indennità di disoccupazione ordinaria, né quello dell’anzianità assicurativa  (una settimana accreditata almeno due anni prima della perdita del lavoro); per l’indennità di disoccupazione con requisiti ridotti, va rimosso il requisito assicurativo, e presa in considerazione una diversa forma di erogazione dell’indennità, che com’è noto avviene a metà dell’anno successivo. La soluzione potrebbe consistere in un acconto da erogarsi al raggiungimento delle 78 giornate, cui seguirebbe il conguaglio a presentazione della domanda per le ulteriori giornate; modifica per i lavoratori in somministrazione, degli attuali requisiti d’accesso agli ammortizzatori sociali (90 giorni di anzianità aziendale per la Cig, 12 mesi per la mobilità), che sono di fatto impossibili da raggiungere. Si propone, anche al fine di evitare abusi, che essi siano validi non per l’anzianità aziendale, bensì per l’anzianità di settore della persona; riconoscimento dell’integrazione salariale prevista dalla Cig per tutti i lavoratori apprendisti sospesi dal lavoro; riduzione drastica dei tempi di erogazione da parte dell’Inps dei trattamenti di cassa integrazione per tutti i lavoratori sospesi.

Donne. Particolare attenzione deve essere posta alla difesa dell’occupazione femminile. Il numero delle lavoratrici in cassa integrazione o soggette ai licenziamenti è più che proporzionale al numero degli occupati. Sono le donne a pagare più di altri i costi della crisi. Per questo bisogna assumere misure di sostegno e di incentivazione specifiche a loro favore.