19 aprile 2024
Aggiornato 19:00
Fondo di solidarietà, quote latte, costi produttivi e oneri sociali:

La Cia annuncia nuove iniziative sul territorio. Grande sit-in a Roma

Il presidente Giuseppe Politi: i dati positivi sul valore aggiunto non cancellano la grave situazione in cui versano le imprese agricole

ROMA - Fondo di solidarietà nazionale per le calamità naturali, quote latte, costi contributivi e produttivi. La Cia-Confederazione italiana agricoltori continua la sua battaglia affinché si trovino le soluzioni più valide per rispondere alle esigenze delle imprese agricole che continuano a vivere un momento di grande difficoltà. Così si annunciano per i prossimi giorni nuove iniziative sul territorio e un grande sit-in a Roma in piazza Montecitorio, davanti alla Camera dei deputati.

«Nonostante l’agricoltura è l’unico settore che nel 2008 ha fatto segnare una crescita, la situazione -afferma il presidente della Cia Giuseppe Politi- resta alquanto difficile per le imprese. E poi i dati positivi sul valore aggiunto agricolo (più 2,4 per cento nello scorso anno) non sgombrano affatto il campo dai tanti problemi che oggi sono costretti ad affrontare gli agricoltori italiani. Per questo continuiamo nella nostra azione. Con la mobilitazione delle scorse settimane abbiamo ottenuto un deciso miglioramento, in sede di discussione al Senato, del decreto sulle quote latte, la cui originaria stesura era inaccettabile. Il provvedimento, attualmente all’esame della Camera, ha però bisogno di ulteriori modifiche, proprio per venire incontro alle necessità delle aziende zootecniche da latte».

Per questa ragione il presidente Politi ha scritto ai capigruppo della Camera e ai membri della Commissione Agricoltura di Montecitorio, evidenziando le correzioni che la Cia ritiene indispensabili per rendere il decreto realmente rispondente ai problemi degli allevatori.
Per primo, la Cia chiede l’adeguata previsione di risorse finanziarie, disponibili già nel corso del 2009, per le misure di accompagnamento (citate all’art. 6) per la zootecnia da latte, da destinare prioritariamente ai produttori che hanno acquistato quote dal 1995/96 in avanti.
Viene sollecitata, inoltre, la previsione della rinuncia esplicita alle azioni giudiziarie pendenti inerenti all’intera situazione debitoria del produttore relativa al prelievo supplementare imputato dal 1995/96 al periodo 2007/08,sia come condizione per l’assegnazione delle quote aggiuntive, sia come condizione per l’adesione alla rateizzazione dei debiti, eliminando il riferimento ai «prelievi esigibili» da sostituire con quello di «prelievi imputati».
La Cia chiede, infine, l’assegnazione dell’intera quota b ridotta e ribadisce l’esigenza di prevedere quantitativi di quota aggiuntiva per tipi di aziende o aree territoriali che hanno bisogno di sviluppo.

Nella stessa lettera, Politi ribadisce l’importanza di introdurre nel provvedimento il finanziamento per il Fondo di solidarietà nazionale per le calamità naturali. Infatti, tale Fondo è -scrive il presidente della Cia- «uno strumento fondamentale che anche l'Unione Europea considera idoneo per sostenere le imprese agricole che, a differenza di altre, oltre alle difficoltà del mercato, subiscono condizionamenti dovuti a calamità naturali e ad eventi imprevedibili».

«Il nostro impegno -aggiunge Politi- è rivolto anche alla riduzione dei costi produttivi e contributivi delle imprese. Siamo riusciti ad avere una proroga al 31 dicembre prossimo delle agevolazioni previdenziali nei territori montani e nelle zone svantaggiate, che erano in scadenza al prossimo 31 marzo. Un risultato certamente positivo, ma non è una soluzione definitiva, che, quindi, va trovata in tempi rapidi. Andrebbe studiata una misura di carattere strutturale al fine di dare respiro alle aziende agricole che operano in territori particolarmente difficili».

Stesso discorso per i costi produttivi. «Occorre -conclude il presidente della Cia- che si adottino misure di carattere straordinario, anche agendo sulla leva fiscale, per dare un deciso taglio ad oneri diventi insostenibile per le imprese. Non solo. Occorre anche adottare agevolazioni per permettere la rottamazione delle macchine agricole, come, del resto, è già stato fatto per il settore dell’auto e degli elettrodomestici».