19 aprile 2024
Aggiornato 23:00
Così gli agricoltori diventano protagonisti

Costituiti i Gruppi di interesse economico

Obiettivi: tutela dei redditi, rilancio dello sviluppo e della competitività

La Cia, in grande «convention» a Roma, ha dato vita oggi a questi nuovi strumenti operativi che partecipano alle scelte confederali di politica agricola. Un deciso impegno nel mercato, rafforzamento delle filiere, valorizzazione delle produzioni e un’azione più incisiva delle imprese. Sette i settori d’azione: vino, olio d’oliva, ortofrutta, zootecnia, cereali, florovivaismo, colture industriali. Il presidente Giuseppe Politi: «Abbiamo promosso un processo strategico che vede gli imprenditori impegnati per costruire un futuro con maggiori certezze».

Gli agricoltori vogliono essere sempre più reali protagonisti della vicenda economica e sociale del nostro Paese. E così uniscono le forze e si battano in prima persona per la tutela dei redditi, per il rilancio dello sviluppo e della competitività del mondo agricolo italiano. Un processo strategico che la Cia-Confederazione italiana agricoltori ha avviato sull’intero territorio nazionale e che oggi, sotto lo slogan «Più mercato, più reddito, più agricoltura», a Roma, in una grande «convention» al Palazzo dei Congressi all’Eur, ha avuto la sua consacrazione ufficiale con la costituzione dei Gruppi di interesse economico (Gie) che si occuperanno di sette settori portanti: vino, olio d’oliva, ortofrutta, zootecnia, cereali, florovivaismo, colture industriali.

Dopo un percorso che ha visto la nascita dei Gie a livello provinciale, interprovinciale e regionale, la Cia ha dato vita, a livello nazionale, a questi nuovi strumenti di sviluppo per l’agricoltura italiana, con l’obiettivo di rendere più competitive sul mercato le aziende agricole. Si tratta di un’arma in più per contrastare la crisi e aprire una fase di reale crescita del settore primario.

Partecipazione diretta - «Abbiamo scelto questa strada -ha affermato il presidente nazionale della Cia Giuseppe Politi- per promuovere la partecipazione diretta nelle decisioni fondamentali in politica agricola degli agricoltori. D’altra parte, nella nostra agricoltura operano imprenditori che hanno negli anni dimostrato di saper governare le loro imprese e hanno dato un contributo importante allo sviluppo economico del nostro Paese».
«E proprio in questo senso -ha aggiunto Politi- abbiamo individuato nuovi strumenti finalizzati a favorire la partecipazione e il protagonismo degli agricoltori nelle scelte e nella vita della Confederazione e al raggiungimento di questo obiettivo abbiamo affidato un segno caratterizzante il successo della realizzazione di una parte importante del nostro progetto. Alla costruzione dei Gruppi di interesse economico a livello nazionale e territoriale e per i diversi settori produttivi abbiamo, quindi, riservato un’attenzione strategicamente importante».

«Nella formazione dei Gie -ha rimarcato il presidente della Cia- non abbiamo copiato modelli, ma abbiamo proceduto in maniera originale per raggiungere questo obiettivo. Essi sono uno strumento concreto per contribuire all’elaborazione delle politiche confederali nei settori produttivi ed all’elaborazione delle proposte. Ma sono anche un luogo di dibattito e di confronto concreto sulle politiche che riguardano i singoli settori produttivi. Insomma, un modo per dare maggiore concretezza alla partecipazione ed al contributo politico che gli agricoltori possono dare alle politiche confederali».

I Gie -è stato rilevato durante la «convention» a Roma- sono uno stimolo ulteriore alla partecipazione attiva degli agricoltori alla vita della confederazione. Insomma, è un modo per favorire la rappresentanza degli agricoltori, nonché la formazione dei ruoli dirigenti nella confederazione. «Il lavoro dei Gie -ha rilevato Politi- sarà importante per la Cia, in quanto vogliamo affrontare con maggiore determinazione gli aspetti del mercato, del rafforzamento delle filiere, individuando percorsi per valorizzare le produzioni e per rendere più competitive le imprese agricole italiane».

«L’agricoltura italiana, nonostante le tante difficoltà per la presenza al suo interno di situazioni strutturali difficili, è divenuta -ha sostenuto il presidente della Cia- una delle più forti dell’Ue e le nostre produzioni agricole caratterizzano nel mondo il ‘made in Italy’. Nel settore operano imprenditori che hanno, negli anni, dimostrato di saper governare le loro imprese e hanno dato un contributo importante allo sviluppo economico del nostro Paese. Ecco perchè abbiamo scelto ed individuato nuovi strumenti finalizzati proprio per favorire, appunto, la partecipazione e il protagonismo degli agricoltori».