28 marzo 2024
Aggiornato 14:30

Lettera Cei ai disoccupati: piena condivisone della Cisl

Nino Falotico condivide il monito della Cei contenuto nella lettera ai disoccupati e ai cassintegrati lucani

«La lettera ai disoccupati della conferenza episcopale della Basilicata sollecita la coscienza di chi, come noi della la Cisl, è impegnato da cristiano al servizio del bene comune, ma è anche un invito all'azione pratica per costruire un nuovo sentiero di solidarietà e partecipazione». Nino Falotico condivide il monito della Cei contenuto nella lettera ai disoccupati e ai cassintegrati lucani.

«Il richiamo dei vescovi lucani è lapidario: è finito il tempo della rappresentanza concepita come delega in bianco, dei diritti spacciati come concessione di una classe dirigente dedita più all'aritmetica del consenso che alla risoluzione dei problemi concreti della collettività. In questo delicato passaggio storico, caratterizzato da un preoccupante vuoto di valori e ideali, il magistero sociale della chiesa - sostiene Falotico - non può lasciare indifferenti chi è chiamato, laicamente, ad esercitare funzioni di responsabilità nelle imprese, nelle istituzioni e nello stesso sindacato».

«Fuori dalle spicciole e spesso incomprensibili diatribe della politica, dentro la lotta per la giustizia e per il lavoro: questo è il nostro impegno. La Cisl da tempo ha posto l'urgenza di rimettere il lavoro al centro dell'agenda economica e sociale della Basilicata. Lo ha fatto nella consapevolezza che il lavoro è espressione della cittadinanza e fattore costitutivo di una comunità che vuole dirsi solidale, aperta e inclusiva».

«Nella 'società in frantumi', in cui a prevalere è invece l'egoismo del privato, unito ad un diffuso e lacerante senso di paura e insicurezza, il sindacato è chiamato a svolgere un ruolo capitale nel tessere una nuova e più forte coscienza sociale e collettiva. Recuperare la dimensione pubblica del privato è la sfida che attende i grandi soggetti sociali ed è il presupposto per recuperare quel senso di collettività che costituisce il vero collante che tiene insieme la società. In questo senso la lettera della conferenza episcopale e il severo richiamo di monsignor Superbo rappresentano un prezioso shock etico per richiamare tutti ad una piena assunzione di responsabilità sociale».