28 marzo 2024
Aggiornato 10:00
Se applicato nuovo modello perdita di 211 euro

«Nel 2008 crescita zero per salari reali»

Così il segretario confederale della Cgil, Agostino Megale, commenta la rilevazione diffusa oggi dall’Istat sulle retribuzioni

Roma – «Come avevamo anticipato, per il 2008 la crescita dei salari reali è stata pari a zero». Così il segretario confederale della Cgil, Agostino Megale, commenta la rilevazione diffusa oggi dall’Istat ‘Contratti collettivi, retribuzioni contrattuali e conflitti di lavoro’. Infatti, motiva il dirigente sindacale, «l’inflazione armonizzata europea ha segnato un 3,5% nel 2008 e le retribuzioni da Contratto nazionale hanno registrato, sempre lo scorso anno, una crescita media pari al 3,5%».

Ma soprattutto, fa sapere Megale, «se nel 2008 si fosse applicata l’inflazione depurata dalla componente energetica, così come prevede l’accordo separato sulla riforma contrattuale del 22 gennaio scorso, le retribuzioni sarebbero cresciute del 2,6%, cioè lo 0,9% in meno rispetto a quanto registrato oggi dall’Istat. La perdita sarebbe stata pari mediamente a 211 euro, che, sommata alla mancata restituzione del fiscal drag, avrebbe comportato una perdita complessiva di 571 euro». Il dato diffuso oggi dall’Istituto statistico, continua, «dimostra nella realtà se ne sono persi solo 362 euro, sempre causa mancato recupero del drenaggio fiscale, perché a tutti gli effetti il modello del 23 luglio del ’93 ha funzionato meglio di come invece funzionerebbe l’accordo separato».

In ogni caso, precisa il sindacalista, «oggi si certifica che per i salari reali non si è registrata alcuna crescita così come nessuna risposta arriva sulla questione salariale: il Contratto nazionale ha Sì difeso il potere d’acquisto ma i salari restano al palo. Senza considerare che restano da rinnovare 26 accordi che fanno pressappoco un lavoratore su tre». Infine, conclude Megale, «il governo non ha operato nessuna restituzione fiscale, lasciano che il fiscal drag abbattesse altri 0,4 punti di quelle retribuzioni nel 2008 e di sicuro con l’accordo separato si prevede una riduzione programmata del potere d’acquisto dei salari a livello nazionale».