27 aprile 2024
Aggiornato 09:00
Dichiarazione di Vittoria Brancaccio, presidente di Agriturist (Confagricoltura)

“Niente trionfalismi per la fine d’anno dell’agriturismo!”

Inesistente l’annunciato “boom” per l’agriturismo delle festività appena concluse. Ospiti e presenze come lo scorso anno, ma l’offerta è aumentata del 6%. Oltre 20 mila posti letto rimasti vuoti

«E’ stato davvero imbarazzante ascoltare la cascata di numeri che hanno raccontato il presunto boom dell’agriturismo per Natale, Capodanno ed Epifania – dichiara Vittoria Brancaccio, presidente di Agriturist (Confagricoltura). Un boom che non poteva esserci e non c’è stato, viste le difficoltà economiche ben note. A questo si aggiunga che l’offerta di agriturismo è in costante aumento e che i soggiorni sempre più brevi determinano un rilevante aumento dei costi di gestione senza che sia possibile, vista la situazione, aggiornare i prezzi».

«Si è perfino sentito dire - prosegue il presidente di Agriturist - che a Capodanno hanno dormito negli agriturismi 350 mila persone, quando i posti letto del settore non arrivano a 200 mila».

Agriturist, dopo un accurato esame delle statistiche dal proprio portale internet www.agriturist.it e dei principali portali di promozione del settore, conferma le previsioni diffuse a metà dicembre: arrivi come lo scorso anno, ma presenze inferiori a causa dell’abbreviarsi della durata dei soggiorni; a Capodanno oltre 20 mila posti letto rimasti vuoti. Un risultato appena soddisfacente, solo se si tiene conto della grave depressione dei consumi voluttuari che è sotto gli occhi di tutti.

La domanda non ha evidenziato, come negli scorsi anni, un significativo picco di richieste in prossimità del Capodanno, con la sola eccezione del 29 dicembre che ha fatto registrare su tutta la rete internet un aumento ricerche prossimo al 40%. Ne hanno beneficiato soprattutto le zone vicine a Roma (Lazio, Abruzzo e Campania), la Sicilia e la Valle d’Aosta, con recuperi di prenotazioni fra il 10 e il 20%.

In senso assoluto, la regione più richiesta è stata, come al solito, la Toscana, seguita da Sicilia, Lombardia e Lazio. Ma è proprio la Toscana che ha sofferto maggiormente la crisi considerando che propone 4200 agriturismi contro i 400 della Sicilia, i 1100 della Lombardia e i 500 del Lazio. Fatto 100 il rapporto fra domanda e offerta in Toscana, la Sicilia ha fatto segnare 550, il Lazio 480, la Lombardia 240.

«Non è una situazione facile - conclude Vittoria Brancaccio -. Occorre investire di più sulla promozione, soprattutto allo scopo di intercettare, anche in occasione dei brevi periodi di vacanza, una maggior quota di domanda estera (che prenota soggiorni più lunghi) rispetto al 10-12% registrato per le ultime Festività».

A proposito degli stranieri, gli inglesi si sono rivolti, nell’ordine, soprattutto a Toscana, Lombardia e Sicilia; i francesi a Toscana, Sicilia e Sardegna; i tedeschi a Toscana, Sicilia e Lombardia.

Secondo le stime di Agriturist, il fatturato dell’agriturismo nel periodo delle festività appena concluse è stato di 70 milioni di euro.