19 aprile 2024
Aggiornato 12:30
Il 2008 registra ben più alti dati inflattivi

«Ancora lontani dal tasso di inflazione dell’ISTAT»

Per la Federconsumatori bisogna intervenire su due fronti: aumentando il potere d’acquisto delle famiglie a reddito fisso, defiscalizzando, e inoltre controllando le speculazioni in atto

Anche per noi è tempo di consuntivo che testimonia ancora una volta un differenziale tra i dati inflattivi, pubblicizzati dall’ISTAT, che su base annua si attesterebbero a 3,3%, mentre per quanto ci riguarda si dovrebbero attestare al 5,9%.
Infatti, il consuntivo 2008 fotografa una realtà veramente orribile della situazione delle famiglie italiane.

Solo nell’ultima fase si registra un abbassamento dell’inflazione per via della forte contrazione dei consumi, che ha peggiorato la condizione sociale delle famiglie. I capitoli che più hanno inciso sul potere d’acquisto sono essenzialmente due: i costi di mantenimento della propria abitazione, derivanti da aumenti notevoli nel corso dell’anno dei prezzi del petrolio (luce, gas, acqua e rifiuti urbani) e, quello relativo al settore agroalimentare che tuttavia non registra significative diminuzioni, come dovrebbe, in corrispondenza della avvenuta diminuzione dei prezzi internazionali delle materie prime, come grano e petrolio. Insistiamo, quindi, a richiamare le responsabilità di Governo ed Istituzionali per sapere quando e come, si interverrà anche con pesanti sanzioni sulla doppia velocità speculativa, sui prezzi di generi fondamentali e di largo consumo, come pane, pasta e benzina.

Inoltre, a causa della forte recessione in atto e della contrazione dei consumi, negli ultimi mesi si è verificata una riduzione dei prezzi energetici, anche se troppo lentamente, che ha influito sul tasso di inflazione generale oltre che, ovviamente, sui prezzi diretti dei carburanti. Ciò ha comportato un abbassamento del tasso di inflazione che, a consuntivo 2008 si attesterà al 5,9%, rispetto a quello da noi stimato nel 2008 al 6,1%, con una ricaduta negativa sulle famiglie di 1800 Euro annui.

Oltre a questi aumenti di prezzi e tariffe, il 2008 si è caratterizzato, come già il 2007, per un aumento notevole delle rate dei mutui a tasso variabile (contratti da oltre 3 milioni di famiglie) il cui dato viene registrato solo parzialmente dal tasso di inflazione ISTAT. L’aumento della rata, dal 2006 è stato, mediamente di circa 200 Euro in più al mese. Solo da novembre 2008 è iniziata una riduzione, seppur molto lenta, dovuta al taglio del tasso di sconto della BCE.