28 agosto 2025
Aggiornato 09:00
Piano anticrisi Governo

Decreto anticrisi: metà arrosto metà fumo

Paolo Landi, Adiconsum: «Provvedimenti spot possono portare facili consensi, ma non aiutano ad uscire dalla crisi»

Sarebbero stati segnali forti per contrastare il calo dei consumi:

· la detassazione della tredicesima mensilità, anche in misura parziale
· un aumento di 40 euro delle pensioni sotto i 500 euro/mese
· la riduzione dal 20 al 10 % dell’Iva sul riscaldamento.
 
Provvedimenti semplici, immediatamente applicabili, senza dover fare carte bollate e file agli sportelli.

Il Governo ha deciso invece provvedimenti che hanno più il senso dello spot per alimentare un facile consenso piuttosto che contrastare efficacemente la crisi.

Perché metà dei provvedimenti sono fumo?
Tariffe luce e gas: il blocco delle tariffe o promesse di una loro riduzione non dipendono dai provvedimenti del Governo, bensì dalla riduzione del prezzo del petrolio.
Per le prossime bollette di luce e gas è stimata una riduzione del 5%.
Ciò è dovuto ad un meccanismo tecnico (la tariffa del gas è calcolata sull’andamento dei prezzi del petrolio nei 6 mesi precedenti e quella della luce sugli ultimi due). La riduzione non è, quindi, a carico del bilancio dello Stato.
Anche la tariffa sociale prevista per l’elettricità retroattiva dal 1° gennaio 2008 e quella del gas dal 1° gennaio 2009, non è a carico dello Stato.  Il costo di queste socialità è spalmata sugli utenti,
 
Mutui al 4%: anche questo rischia di essere un provvedimento spot, di scarsa efficacia. Non essendo applicato agli anni passati, bensì a quelli futuri e considerando  la riduzione dei tassi dovuta alla crisi finanziaria, il provvedimento avrà una scarsa, se non addirittura nulla, efficacia.
Il ministro Tremonti si è anche dimenticato di un impegno assunto, e cioè di un provvedimento a favore di quelle famiglie che per effetto del caro mutui hanno la propria abitazione in procedura fallimentare. Il ministro si era impegnato a chiedere una moratoria e ad istituire un Fondo per intervenire in questi casi, ma nulla di ciò ritroviamo nei provvedimenti.
 
Blocco tariffe autostradali e acqua
Sul blocco per le autostrade c’è solo un rinvio, mentre sarebbe stato opportuno e giustificato un blocco delle tariffe anche per effetto dei notevoli profitti realizzati.
Per acqua e trasporti locali è previsto il blocco, ma non è previsto alcun trasferimento dello Stato. Il rischio è che la conseguenza sia quella o di un aumento della tassazione a livello regionale o comunale (è già successo in passato) o di un taglio dei servizi. Anche in questo caso rischia di essere un provvedimento spot  che alla fine non porta alcun beneficio alle famiglie.
 
Perché metà dei provvedimenti è arrosto
È arrosto la social card e il bonus famiglia, anche se con strumenti discutibili. Per i pensionati a 500 euro al mese sono certamente importanti anche  40 euro/mese di social card e altri 40 euro di bonus famiglia. L’aspetto critico della social card è che l’aumento poteva essere distribuito in modo più dignitoso e più rapido con un aumento della pensione, mentre per le famiglie potevano essere utilizzati gli assegni familiari.
Il riferimento al reddito porterà benefici soprattutto agli evasori fiscali e non ai meno abbienti.
 
Il fiscal-drag, cioè l’aumento della tassazione per effetto dell’inflazione, ha colpito soprattutto pensionati e lavoratori dipendenti, ma i benefici del Governo vanno in altra direzione.