5 maggio 2024
Aggiornato 05:30
Ecco, in sintesi, le proposte della Cia per la legge finanziaria 2009

Le proposte della CIA

Ripristinare la dotazione di 230 milioni sul fondo di solidarietà nazionale, azzerato nella proposta di legge finanziaria

1) Ripristinare la dotazione di 230 milioni sul fondo di solidarietà nazionale, azzerato nella proposta di legge finanziaria. La richiesta serve a garantire, nelle attuali dimensioni, l’operatività del piano assicurativo nazionale. Gli eventuali finanziamenti recati dalla Pac o dalle Regioni con risorse proprie dovrebbero servire ad una maggiore diffusione del sistema assicurativo, con particolare riferimento alle assicurazioni multirischio e sulle rese.

2) Concedere la proroga degli sgravi contributivi per il triennio 2009-2011 (circa 220 milioni di euro per anno) per le imprese agricole che operano nelle zone svantaggiate e montane del Paese, recati dal decreto-legge n. 2/2006, convertito dalla legge 81/2006, e che cessano il 31 dicembre 2008. Le conseguenze di questa assenza potrebbero essere disastrose per molte aziende agricole già colpite dagli aumenti dei costi di produzione e impegnate nell’operazione di ristrutturazione dei debiti Inps.

3) Confermare la dotazione del piano irriguo nazionale. La finanziaria del 2008 aveva stanziato 150 milioni per il 2008 ed il 2009 (era prevista, inoltre una dotazione aggiuntiva di 100 milioni per 15 anni a partire dal 2011). Nel complesso, il piano irriguo disporrebbe di 920 milioni fino al 2010 e di 100 milioni l’anno per 15 anni a partire dal 2011. I tagli proposti ammontano a 300 milioni per il triennio 2009-2011.

Per quanto riguarda il pacchetto di misure straordinarie sul versante dei costi di produzione, della liquidità delle imprese, la Cia chiede:
1) estensione a tutte le attività agricole e zootecniche dell’accisa zero per il gasolio e riduzione al 4 per cento dell’aliquota Iva sui carburanti utilizzati nelle attività agricole a tutto il 31 dicembre 2009;
2) riduzione del 50 per cento delle aliquote Iva relative sia all’acquisto dei beni e servizi necessari allo svolgimento dell’attività agricola, come per esempio i concimi, sia ad alcuni prodotti, come per esempio il vino;
3) fissazione al 4 per cento dell’Iva sulle nuove strutture realizzate nell’ambito del piani di sviluppo rurale;
4) estensione del credito d’imposta per nuovi investimenti produttivi in agricoltura a tutto il territorio nazionale, con priorità agli investimenti che mirano all’aggregazione dell’offerta ed alla stipula di accordi interprofessionali;
5) definire le condizioni di ruralità fiscale dei fabbricati agricoli per evitare inutili ed ingiustificati contenziosi;
6) favorire l’accesso al credito e la ristrutturazione finanziaria delle imprese agricole anche con la trasformazione del debito con gli istituti bancari dal breve a medio e lungo termine e con agevolazioni su finanziamenti destinati alla trasformazione di esposizioni debitorie contratte con istituti di credito; tali operazioni potranno essere assistite dal fondo riassicurativo presso l’Ismea;
7) aumentare la dotazione finanziaria per il credito d’imposta per l’imprenditoria giovane raddoppiando i massimali per ogni singolo intervento;
8) riconoscere il credito di imposta per l’aumento occupazionale prendendo a riferimento il numero delle giornate lavorative, con particolare attenzione ai lavoratori assunti a tempo determinato, che costituiscono la prevalenza delle assunzioni in agricoltura;
9) introdurre agevolazioni contributive e tributarie per le imprese agricole colpite da crisi di mercato.