Inflazione: «solo» sui campi prezzi in picchiata
La Cia mette in evidenza che le quotazioni all’origine dei prodotti agricoli continuano a scendere. In settembre c’è stato un calo del 6,5 per cento. Non si giustificano impennate al consumo
Il netto calo dei prezzi sui campi registrati negli ultimi mesi ha contribuito a contrastare i rincari, ma i livelli dei prezzi al dettaglio restano ancora troppo alti. E’ quanto evidenzia la Cia-Confederazione italiana agricoltori che, commentando i dati provvisori dell’Istat, sottolinea che nuove pesanti impennate al dettaglio non si giustificano.
I prezzi agricoli alla produzione -ricorda la Cia- a settembre scorso sono diminuiti del 6,5 per cento rispetto allo stesso periodo del 2007. Cosa che, purtroppo, non si è avuta nei vari passaggi della filiera.
Le flessioni delle quotazioni sui campi -annota la Cia- dovrebbero quanto meno bloccare i listini sino alle vendite al dettaglio. Dunque, nessun alibi per nuovi aumenti. Purtroppo, ad ottobre non è andato esattamente così. Soprattutto la pasta al consumo ha avuto un aumento del 31,6 per cento e questo in presenza di un calo generalizzato dei cereali, con punte anche del 40 per cento.
Stesso discorso per il settore dell’ortofrutta, dove -rileva la Cia- si è registrato, sempre all’origine, una diminuzione netta del 6,2 per cento per ortaggi e legumi e del 3,3 per cento per la frutta.