19 aprile 2024
Aggiornato 11:00
Sciopero generale della scuola

«Sciopero dovuto e importantissimo»

Così Anna Maria Furlan, della segreteria nazionale della Cisl, intervenendo a Bologna al parlamentino della Cisl provinciale

Lo sciopero generale della scuola, organizzato per giovedì 30 ottobre da Cgil Cisl Uil, è «uno sciopero dovuto ed importantissimo. L'attacco del governo alla scuola, attraverso i tagli consistenti alla formazione e alla scuola, è inaccettabile per la tutela della scuola pubblica e l'opportunità dei giovani di una formazione seria e qualificata».

Così Anna Maria Furlan, della segreteria nazionale della Cisl, intervenendo a Bologna al parlamentino della Cisl provinciale.
Per Furlan «altrettanto inaccettabili» sono i tagli all'Università ed alla ricerca, che dimostrano ancora una volta come, invece di puntare su formazione ed innovazione, si tende a tagliare proprio i settori che caratterizzano il futuro».

Crisi dei mercati finanziari e ricaduta sulla tenuta del nostro sistema economico e sull'occupazione.
«Già da anni come Cisl denunciavamo una strisciante sostituzione dell'economia reale con un'economia finanziaria del tutto virtuale forzata ed irrealistica, che ha portato all'impoverimento delle imprese, degli investitori stessi ed a drogare la realtà economica, non più centro degli investimenti e del risparmio, ma anzi spesso elemento di debolezza delle stesse imprese (Parmalat, Cirio, bond argentini)». «Sono mancati totalmente controllo e vigilanza -accusa Furlan-, anzi la stessa Banca d'Italia non ha svolto il suo ruolo ed in troppe occasioni è stata sorda e cieca anche rispetto alle denunce importanti del sindacato, in particolare della Cisl». «Oggi -rilancia la segretaria Cisl- servono misure di sostegno alle imprese e di tutela dei risparmiatori, ma anche misure di controllo e vigilanza con grandi poteri sanzionatori, che si possono realizzare solo rivisitando l'attuale sistema delle authority. La stessa partecipazione dei lavoratori, la costituzione degli organismi di vigilanza delle imprese -ribadisce Furlan- devono diventare strumenti attivi di controllo e partecipazione democratica da parte dei lavoratori, a tutela del loro posto di lavoro, ma anche dell'impresa stessa.