Latte cinese: Adoc chiede i nomi di imprese che avrebbero dovuto utilizzare quei prodotti
«Vogliamo ringraziare e complimentarci con il Corpo Forestale dello Stato per l’intervento realizzato» dichiara Carlo Pileri, Presidente dell’Adoc
Sequestrati a Napoli, questa mattina, 10 quintali di latte alla melamina, oltre a carne e pesce cinesi, dal Corpo Forestale dello Stato. L’Adoc chiede che vengano fatti i nomi delle imprese e dei marchi che avrebbero dovuto utilizzare tale prodotto.
«Vogliamo ringraziare e complimentarci con il Corpo Forestale dello Stato per l’intervento realizzato – dichiara Carlo Pileri, Presidente dell’Adoc – ma ora è necessario che vengano resi noti i destinatari finali e le eventuali imprese e marche che avrebbero dovuto utilizzare tali prodotti, altrimenti c’è il rischio di generare un allarme diffuso, con possibili gravi danni al settore. Bisogna evitare il ripetersi dell’effetto tsunami scatenato dallo scandalo della mozzarella di bufala alla diossina, che causò al settore caseario ingenti perdite economiche, per decine di milioni di euro. Oltre a un pessimo ritorno d’immagine del Made in Italy»
L’Adoc è d’accordo con il Ministro dell’Agricoltura Zaia sulla tolleranza zero verso chi opera illegalmente in Italia.
«Concordiamo con la volontà del Ministro Zaia di attuare una stagione a tolleranza zero – continua Pileri – nei confronti di chi ha operato sofisticazioni alimentari, ha importato prodotti pericolosi e dannosi o non a norma con le regole vigenti in Italia. Occorre maggiore attenzione al riguardo, e un rafforzamento dei finanziamenti e delle risorse a disposizione della Guardia di Finanza, dei Nas, del Corpo Forestale dello Stato e delle Asl, in modo da poter realizzare controlli estesi e continui, non solo a campione. Ribadiamo il nostro appello all’estensione della normativa riguardante l’etichettatura e la tracciabilità a tutti i prodotti alimentari. Soprattutto la tracciabilità deve essere visibile e facilmente individuabile anche dal consumatore finale».