8 maggio 2024
Aggiornato 23:30
Lavoro

Santini: «Sì alla riforma, ma non si riducano le tutele dei lavoratori»

«Subito un confronto con le parti sociali»

La Cisl condivide l'esigenza di riformare il processo del lavoro per ridurre i tempi dei contenziosi, per eliminare progressivamente gli arretrati pendenti nelle aule giudiziarie e per favorire le misure extragiudiziali di conciliazione ed arbitrato. Il Segretario confederale della Cisl Giorgio Santini in una nota specifica la posizione della Confederazione in merito alla riforma del processo del lavoro e sottolinea:

«Da troppe legislature peraltro attendiamo dei risultati concreti nell'ottica di favorire una semplificazione delle procedure e di ridurre il grado di conflittualità, ma tutti questi obiettivi non possono certo essere raggiunti - continua il sindacalista - riducendo sensibilmente le tutele dei lavoratori, rischio che si prefigura concretamente se venissero approvati senza correzioni i numerosi provvedimenti di modifica del Codice di Procedura Civile che il Governo ha inserito nel disegno di legge 1441 quater ora al vaglio delle Camere».

Nei provvedimenti del Governo viene sottratto spazio alla contrattazione collettiva in materia di conciliazione e arbitrato, ambiti che da tempo le parti sociali cercano di regolare per via pattizia.
«Viene esclusa, inoltre, - prosegue Santini - l'impugnabilità delle decisioni arbitrali e si allargano moltissimo i poteri delle commissioni di certificazione, senza operare una selezione tra gli enti certificatori, riducendo in questo modo la tutela dei lavoratori nei licenziamenti individuali. Il risultato è che non è del tutto salvaguardato il diritto a ricorrere in giudizio per i lavoratori, soprattutto nel caso dei contratti individuali».

«Riscontriamo, infine - conclude il sindacalista - una iniquità poiché, attraverso il decreto «taglialeggi» è stata abolita per i lavoratori la gratuità degli atti nelle cause di lavoro. Tale norma a nostro avviso va ripristinata. Per questi motivi la Cisl chiede al Governo e al Parlamento, prima dell'approvazione del disegno di legge 1441 quater, l'apertura di un confronto con le parti sociali per distinguere le positive semplificazioni dalla riduzione delle tutele dei lavoratori nelle controversie e nei processi del lavoro».