28 agosto 2025
Aggiornato 12:00
Naufraghi, isolati da tutto e da tutti

Assolatte presenta la ricerca “l'isola deserta”

Solo dopo 5 anni una nave di passaggio ci salverà e ci riporterà a casa. Cosa vorremmo avere nella nostra valigia per sopravvivere in questo periodo? Quali alimenti, bevande, abbigliamento, letture, ricordi, tecnologia?

Questi i temi affrontati in una curiosa indagine demoscopica commissionata da Assolatte ad Astra Ricerche e realizzata prima dell'estate.
Perché curiosa ? Il motivo è semplice: è stata basata quasi solo su domande 'aperte', ossia senza modalità di risposta predefinite, secondo un modello sperimentato in alcuni Paesi europei. Tale modello di indagine consente di far emergere, senza che l'intervistato risulti in alcun modo orientato, l'effettiva appetibilità di una serie di prodotti in condizioni quasi estreme.

Contrariamente al più noto «Robinson Crusoe» o ai protagonisti di fiction di successo e del famoso reality televisivo, i nostri naufraghi non avranno problemi di approvvigionamenti o di salute, ma dovranno affrontare i 5 anni in assoluta solitudine.

L'ipotesi all'inizio proposta all'intervistato è quella che faccia naufragio e si salvi finendo su un atollo del Pacifico, una piccola isola deserta, ove sarà costretto a permanere - senza malattie o problemi ma in assoluta solitudine - per cinque anni, dopo di che verrà scoperto e salvato.
Ora - gli è stato chiesto - cosa porterebbe con sé per affrontare questa insolita esperienza?

Le scelte più significative riguardano, ovviamente, i prodotti indispensabili alla sopravvivenza: cibo e bevande. Ma vi sono alcune curiosità davvero divertenti anche per altre categorie merceologiche. La biancheria intima, perfino il baby doll per le signore e i pantaloni per gli uomini risultano essere fra i capi di abbigliamento vincenti; l'orologio fra gli oggetti personali e la radio fra gli apparecchi elettrici superano ampiamente il coltello o le forbici in un caso e il cellulare o l'i-pod nell'altro.

LATTE & LATTICINI: IL SECONDO PIATTO IDEALE DEI NAUFRAGHI

Ecco il menu preferito dagli italiani nell'ipotesi di un naufragio, presentato da Enrico Finzi (presidente di AstraRicerche) alla conferenza stampa Assolatte del 30 settembre.

Agli intervistati è stato chiesto di indicare cinque prodotti che vorrebbero avere con sé sull'isola, ritrovandoli miracolosamente sempre freschi e pronti appena consumati. Evitando, insomma, il problema delle scorte.

Scopriamo che il gruppo Latte e Latticini (formaggi, latte, yogurt, altri) ha totalizzato ben il 39% delle preferenze e che indiscutibilmente i formaggi rappresentano il «secondo piatto» ideale del naufrago medio italiano.

Tra i formaggi più gettonati: il parmigiano reggiano, il grana padano, il provolone, il pecorino, la mozzarella, il taleggio, il mascarpone.

Come «primo» il naufrago ha optato, senza grandi sorprese, per la pasta e/o il pane. A seguire - a pari merito - troviamo la frutta e la verdura. Chiudono la classifica, la carne e il pesce.

Passando alle bevande - ed esclusa l'acqua corrente e pulita, presente sul'isola - le preferenze sono risultate frammentate. Se il dominio è del vino (18% delle preferenze), il latte è stato scelto dal 10% degli intervistati.

IL COMMENTO DEL NUTRIZIONISTA ALLE SCELTE ALIMENTARI DEI NAUFRAGHI

A Eugenio Del Toma (professore emerito di dietologia e diabetologia dell'Azienda Ospedaliera San Camillo-Forlanini di Roma) è spettato il compito di commentare le scelte alimentari dei naufraghi.

In particolare, a proposito del gruppo latte e latticini, ha affermato:

«Mi fa piacere constatare che gli italiani sanno riconoscere gusto, tradizione e varietà e non vogliono rinunciare ad un alimento di così alto valore nutritivo. Latte e derivati da millenni godono infatti di grandissimo rispetto. Pediatri, medici e specialisti in scienza dell'alimentazione da sempre raccomandano il consumo del latte (non importa se intero, scremato o in forma di burro, latti fermentati, yogurt - tra l'altro particolarmente adatti ai climi caldi - o formaggi) per un insieme di vantaggi: proteine di nobile qualità, grassi e soprattutto calcio altamente biodisponibile.
Oggi che l'aspettativa di vita ha raggiunto un'età così avanzata da rendere quasi inevitabile l'osteoporosi senile, la carenza di calcio si tramuterebbe in una moltiplicazione del numero delle fratture ossee e quindi un aumento reale della mortalità. Non dimentichiamo però i giovani, ai quali bisognerebbe insegnare che il picco osseo del calcio si completa fra i 20/25 anni. Le linee guida dell'alimentazione sottolineano la necessità di aumentare l'introduzione di calcio nei giovani e negli over 60. Senza il consumo di latte e dei suoi derivati - che nella dieta italiana forniscono circa il 70% dell'apporto di calcio - queste direttive sarebbero vanificate


Alcune considerazioni particolari le ha riservate al latte:

«Il latte è un alimento ad alto valore biologico: il primo che l'uomo assume come fonte di nutrimento alla nascita, grazie alla completezza dei suoi principi nutritivi; interessante, trovarlo sull'isola deserta associato alle bevande e non al solito canone che lo vede protagonista della prima colazione e lo associa ad un alimento per bambini. Ancor più curioso, se pensiamo che un'isola del Pacifico avrebbe potuto suggerire latte di cocco? Un litro di latte copre, da solo, il fabbisogno proteico e lipidico quotidiano dell'organismo: il 32% di proteine, il 48% di zuccheri, il 36% di lipidi (grassi), oltre a minerali, vitamine e acqua

Commenti positivi sono emersi anche dall'analisi complessiva delle scelte alimentari dei naufraghi, che Del Toma ha così commentato:

«Da questi dati emerge un punto interessante e rassicurante: l'alimentazione del naufrago si avvicina ai dettami della cosiddetta dieta mediterranea che, con i suoi «sani» alimenti, favorisce il corretto bilanciamento di entrate caloriche e spese energetiche.
Tuttavia é bene non dimenticare che nessun cibo, isolato dal contesto delle abitudini alimentari e dello stile di vita di ciascuno di noi, può rendere salutare una dieta: la dieta di per sé non fa miracoli e per rimanere in salute sarà bene mantenersi in forma con una regolare attività fisica

ANCHE GLI STRAVAGANTI FAN DEL 'CLUB MED' TRA GLI ABITANTI DELL'ISOLA

Quattro i tipi o cluster che emergono dall'indagine condotta da Enrico Finzi per Assolatte, almeno tre dei quali scelgono latte e latticini fra gli alimenti da privilegiare.

Il primo cluster è quello costituito da 'I Funzionalisti Razionali': si tratta del gruppo di maggioranza relativa, che 'vale' il 36% del campione e si caratterizza per il realismo senza fronzoli con cui guardano all'esperienza dell'isolamento insulare per un lustro. Scelgono, infatti, solo prodotti utili ad un'equilibrata e sicura sopravvivenza.
Tra le bevande privilegiano il latte e - a scelta - un'altra semplicemente gradita (dal caffè alla birra, dalla Coca Cola ai succhi di frutta naturali, dalla camomilla alle tisane).

Il secondo tipo, con peso quasi uguale al precedente (33% del campione), é definito 'I Metropolitani Impenitenti': un cluster del tutto diverso dal precedente e convinto - spesso ingenuamente - di poter ritrovare nell'isola deserta in mezzo al Pacifico una dépendance della propria abitazione in Italia.
Costoro privilegiano la pasta (o il riso o la pizza), la frutta, i latticini (in particolare i formaggi, ma anche gli yogurt), le carni bianche più che il pesce, i condimenti tradizionali, una valanga di dolci.

Il terzo tipo (21% del campione) è composto da 'Gli stravaganti fan del Club Med', ai quali la definizione 'isola deserta nel mezzo dell'oceano Pacifico' ha evocato una sorta di villaggio turistico maldiviano, seppur privo di abitanti. Il risultato è che immaginano di avere di fronte a sé un quinquennio di lunga vacanza, un'esperienza tutta all'insegna del leisure. La riprova sta in molti dei prodotti prescelti.
Tra gli alimentari, i prodotti lattiero-caseari vanno fortissimo, ma il latte meno della media a favore invece degli yogurt (anche probiotici) e dei formaggi (pure ricercati).

L'ultimo 10% è costituito da 'I Confusi': costoro sono connotati dall'assenza di ogni coerenza e preferenza.

Un'ultima curiosità: l'unica domanda 'chiusa' rivolta agli intervistati è stata «Mi dica la verità: ma Lei, con tutte le cose che mi ha indicato, starebbe cinque anni da solo, seppur sano e senza gravi problemi, in una piccola isola deserta dell'oceano Pacifico?» Ebbene, il 67% del campione non ci penserebbe neppure e risponde «sicuramente no». All'opposto, il 14% sarebbe contento di fare questa esperienza. Un'identica percentuale ha dei dubbi, ma non esclude del tutto questa possibilità. Un ultimo 'partito' è costituito da quel 5% che - anche se la risposta non era ipotizzata - si dice favorevole a vivere una siffatta esperienza quinquennale ma solo a talune condizioni (di solito attinenti alla possibilità di mantenere un contatto - via cellulare o via Internet - con il resto dell'umanità). Si tratta di 2.3 milioni di nostri connazionali.

LATTE PER DISSETARE, FORMAGGI PER NUTRIRE: ECCO LA RICETTA PER SOPRAVVIVERE BEATAMENTE

La ricerca del Professor Finzi è indubbiamente originale e accattivante.

Si era parlato altre volte di libri, di film o di testimonianze da salvare, a memoria storica delle capacità umane, ma non si era mai indagato sui cibi che avremmo gradito per la sopravvivenza.

A conferma della posizione privilegiata raggiunta dal latte e derivati nel sondaggio, va ricordato che la produzione del formaggio dal latte è una delle tecnologie alimentari di conservazione più antiche, perciò anche chi ha rinunciato al frigorifero o non ha scelto una capretta al posto del cane, potrà condividere la richiesta di Socrate ad uno dei discepoli più premurosi, di portargli «un canestrino, colmo di prelibato formaggio.

L'indagine è interessante perché fornisce un'idea della scala dei valori nutrizionali, così come può essere avvertita da una persona comune che debba accoppiare nutrimento, praticità e gusto, scegliendo però fra non più di cinque alimenti.

Dal punto di vista nutrizionale è assolutamente corretto e ragionevole che al gruppo del latte e quindi dei formaggi siano state accordate molte preferenze. Non sono pochi i pastori sardi che hanno conquistato la longevità muovendosi ogni giorno con il gregge e vivendo soprattutto di pane e formaggio.

Forse sarebbe stato consigliabile accompagnare la scelta del formaggio con quella di un frutto, il famoso cacio con le pere !