Tartufo nero, Cavallera: «La regione intervenga per monitorarne la purezza»
Ricercatori del Cnr di Torino hanno trovato in alcune tartufaie artificiali nel torinese tracce del DNA di una specie esotica e di minor valore
«La presenza del Tuber indicum, in alcune tartufaie artificiali del torinese, deve essere assolutamente monitorata e studiata dalla Regione Piemonte in modo da evitare eventuali contaminazioni della purezza del tartufo nero nostrano».
Questo il primo commento del consigliere regionale di Forza Italia, Ugo Cavallera, che valuta con preoccupazione la recente scoperta del Cnr, circa la presenza anche in Europa, di un parente orientale del nostro tartufo nero, da cui si differenzia in quanto non ha né odore né sapore.
«Ho domandato con un interrogazione urgente alla Giunta Bresso – afferma l’esponente azzurro -quali politiche intenda attivare per evitare che le due specie si incrocino, facendo nascere ibridi, dallo scarso valore economico. La tempestività dell’intervento è indispensabile per poter tenere sotto controllo la propagazione di questa specie esotica di tartufo. Come denunciato da Paola Bonfante dell’Istituto per la protezione delle piante il tuber indicum è infatti, almeno in condizioni di vitro, più competitivo del tartufo nostrano e quindi il rischio di contaminazione risulta essere alto».
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