29 marzo 2024
Aggiornato 13:30
Per i vini è ancora calo dei consumi

Vendemmia: crollano i prezzi dell’uva. Produttori in difficoltà

La Cia mette in evidenza una situazione preoccupante per le imprese vitivinicole già alle prese con crescenti costi produttivi. I maggiori problemi si riscontrano soprattutto nel Centro-Sud. Serve una politica più attenta al settore e la promozione per un consumo equilibrato del vino come bevanda

La vendemmia 2008 a due facce: aumento della produzione (tra l’8 e il 10 per cento rispetto al 2007) e crollo dei prezzi dell’uva (meno 13-15 per cento, con punte anche del 20 per cento) nei confronti della precedente campagna. A sostenerlo è la Cia-Confederazione italiana agricoltori che mette in evidenza una situazione preoccupante per le aziende vitivinicole, in particolare del Centro-Sud, che già fanno i conti con costi produttivi sempre più pesanti e insostenibili.

La Cia rileva che nella seconda settimana di settembre, come si riscontra anche dai dati Ismea, vi è una tendenza al ribasso per le quotazioni delle uve in tutta la Penisola; ma le difficoltà maggiori si hanno nelle regioni del Centro e del Mezzogiorno specialmente per le carenze strutturali di collocamento con i mercati. In Puglia, in particolare, sono state scambiate alcune partite significative di Trebbiano e Sangiovese ad un prezzo indicativo di 13-15 euro al quintale, Iva compresa ben al di sotto di quello dello scorso anno. La Regione è colpita anche dallo «scarso interesse» da parte dell’industria del Nord all’acquisto di mosto di nuova produzione.

Relativamente ai vini bianchi di bassa gradazione, si registra un calo per il prodotto veneto che perde il 4 per cento negli ultimi sette giorni. In flessione -avverte la Cia- anche le quotazioni delle indicazioni geografiche Verduzzo, Pinot bianco, Chardonnay e Pinot grigio, che lasciano sul mercato, in media, il 2 per cento. Arretrano nuovamente anche i listini romagnoli, abruzzesi e pugliesi. Le quotazioni dei vini bianchi di 12/13 gradi restano stabili a 2,55 euro l’ettogrado. Nel comparto dei vini rossi di 9/11 gradi non si registrano variazioni e il prezzo medio resta fermo a 3,15 euro l’ettogrado. Il prodotto di alta gradazione evidenzia un arretramento dei listini del 2 per cento circa attestandosi a 3,12 euro l’ettogrado.

Sono dati che per la Cia devono far riflettere, vanno, però, evitati però eccessivi allarmismi. Tuttavia, se questi stessi dati si collegano alla tendenza del calo dei consumi ( -2 per cento) registrato dai ristoratori nel corso degli ultimi mesi e alle conseguenze di campagne contro alcol e vino che allontanano consumatori, il settore rischia di trovarsi alle prese con nuove complesse difficoltà.
La Cia chiede, quindi, una maggiore attenzione nei confronti dei produttori vitivinicoli che fanno i conti anche con la nuova Ocm e, soprattutto, la promozione di una corretta campagna di informazione sul consumo equilibrato, come bevanda, del vino e suoi indubbi effetti positivi.