1 maggio 2024
Aggiornato 18:30
Una buona vendemmia per un buon vino

Fedagri: stime vendemmia 2008 ma anche “curiosità”

In giro per le Cantine di Fedagri si scoprono qualità di uve e modalità di vendemmia davvero singolari

Ancora una vendemmia in crescita per l’Italia con previsioni di produzione maggiori rispetto al 2007 e una qualità dei nostri vini italiani che non teme alcun confronto con gli altri Paesi produttori.
«Dalle stime sulla produzione attesa dalle cantine cooperative di Fedagri si prevede una vendemmia 2008 tra 45 e 46 milioni di ettolitri di vino, in crescita (+6,7%) e con una  viticoltura che ha raggiunto dei livelli qualitativi eccellenti; ora è importante intervenire con politiche di comunicazione e promozione che rilancino il consumo interno e sostengano la domanda estera, che nei primi mesi del 2008 continua a crescere solo in termini di valore perdendo quasi il 10% in volume». Con queste parole il presidente di Fedagri Confcooperative Paolo Bruni commenta le proiezioni dell’indagine condotta dal Settore Vitivinicolo di Fedagri sulle 428 Cantine cooperative associate all’Organizzazione ed espressione di oltre 152.000 soci viticoltori operanti su tutto il territorio nazionale.

«È doveroso investire maggiori risorse nella comunicazione delle nostre peculiarità territoriali sia in Italia che all’estero, attraverso programmi di promozione di tipo sostenibile tesi a valorizzare non solo il prodotto ma tutto il life style italiano».

E tra le particolarità territoriali da far conoscere per  Fedagri merita particolare attenzione una cantina friulana, la Cantina Produttori di Cormons dove viene ogni anno effettuata la  Vendemmia nella «Vigna del Mondo», un vigneto unico nel suo genere che si estende per 2,5 ettari attorno alla Cantina Produttori e dove oltre 500 varietà di vitigni provenienti da tutto il mondo sono messi a dimora per produrre il Vino della Pace , 8/10.000 bottiglie di unicità, impreziosite da etichette firmate da artisti quali Zoran Music, Arnaldo Pomodoro ed Enrico Baj, ed inviate ai Capi di Stato di tutto il mondo in segno di pace e di fratellanza tra i popoli.

La vendemmia viene fatta verso la fine del mese di settembre, ed alla raccolta vengono invitati i produttori, gli amici, i cittadini e gli studenti del Collegio del Mondo Unito di Duino, che per l’occasione vestono i costumi originali del loro Paese in rappresentanza di 72 Nazioni.

Ma la Cantina Produttori di Cormòns, aderente a Fedagri Confcooperative, ha un’altra particolarità da raccontare: è Il Vino da Messa. Splendido connubio tra Terra e Cielo, il vino da Messa è un vino passito che nasce nel 1990 e vuole rappresentare il massimo in termini di salubrità, purezza, gusto e aroma.

Per ottenere un Vino da Messa con queste caratteristiche era necessario però rivoluzionare il concetto tradizionale di appassimento. Fu così che Luigi Soini, direttore della cantina, mise a punto negli anni novanta il «metodo Cormòns», che prevede l’interruzione del passaggio della linfa verso il grappolo nella prima epoca di maturazione, che in Friuli Venezia Giulia coincide generalmente con la terza decade di agosto.

Un’operazione che coinvolge tutti i 200 soci della Cantina Produttori Cormòns: essi schiacciano i peduncoli che tengono il grappolo attaccato alla vite, con una forbice speciale fabbricata dalle coltellerie di Maniago. Il grappolo resta così attaccato alla vite, non riceve più la linfa e comincia ad appassire conservando nell’acino i componenti più pregiati. Dopo circa 40-50 giorni, a seconda dell’andamento climatico, i soci raccolgono i grappoli appassiti. Il «Vinum pro Sancta Missa» nasce da una cuveè delle migliori uve di Tocai, Verduzzo, Chardonnay, Pinot Bianco e Sauvignon.

Il Vino da Messa passa all’imbottigliamento nella primavera successiva: dal 1990 la Cantina Produttori Cormòns invia al Santo Padre circa 70 bottiglie che vengono usate per la celebrazione della Santa Messa.

Spostandosi da nord est a nord ovest, la viticoltura cooperativa scopre i «vini eroici», quei vini che provengono da una viticoltura di montagna tipica della cooperazione del Trentino Alto Adige, del Piemonte, della Lombardia (Voltrinasco della Valtellina) e su fino alla Valle d’Aosta, dove i vigneti tra i più alti d’Europa raggiungono quota 1.225 metri, nel comune di La Salle a ridosso del Monte Bianco. In questi terrazzi, nel mese di dicembre e ad una temperatura tra i -5 e i -10° C vengono vendemmiate, pigiate ghiacciate e fatte fermentare in botti di rovere, le uve Prié Blanc per la produzione del «Vino dei Ghiacci - Chaudelune» della Cave du Vin Blanc et de Morgex de la Salle.

Scendendo verso sud, ed in particolare in Toscana, nel comune di Vinci, troviamo le Cantine Leonardo da Vinci, che dal Genio prendono il nome ma anche l’eredità enologica. Al vino di Vinci, infatti, il Genio dedica numerose osservazioni, scritti e disegni della sua quotidianità. Nelle Cantine Leonardo da Vinci è allora possibile ammirare una fedele riproduzione della «Vigna di Leonardo», un vigneto di 15 pertiche e ¾ (8.320 mq – 52 mt. x 160 mt.) donatogli il 26 aprile 1499 da Ludovico il Moro subito dopo la conclusione de «L’ultima Cena». Tra le più celebri frasi che Leonardo ha donato alla Viticoltura Vinciniana si ricorda «et però credo che molta felicità sia agli homini che nascono dove si trovano i vini boni» riportata oggi sulle etichetta del Chianti Classico riserva delle Cantine Leonardo da Vinci.

Si passa poi nel Lazio dove sulle colline del lago di Bolsena incontriamo la d.o.c. Est! Est! Est! di Montefiascone vino che Martinus, servitore del Vescovo Johann De Fugger (A.D. 1111), contrassegnò con la celebre frase anticipando la venuto del nobile prelato amante del vino.

In Puglia incontriamo il Negro Amaro ed il Salice Salentino, prodotti dalle Cantine Due Palme, attraverso l’antico vigneto ad «Alberello», quale capitale identitario delle terre bizantine.

Guardando ancora a Sud, in Calabria, scopriamo la curiosa vendemmia notturna dello Chardonnay e del Greco delle Cantine Lento che, a 500 metri di altezza tra le correnti del mar Tirreno e dello Ionio, danno vita alle eccellenze vinicole calabresi.

Infine, stregati dalla magia della Sicilia i trentini di Mezzacorona rendono omaggio a questo inedito legame tra Nord e Sud con il passito Hekate, prodotto nei vigneti del Feudo Arancio nell’Agrigentino, derivante dal melange di uve di sauvignon, viognier e moscato. Dopo la maturazione i grappoli vengono tagliati e stesi sui filari dove il sole caldo e intenso ed i venti sciroccali ne favoriscono un appassimento naturale.

I grappoli raccolti vengono lentamente fatti fermentare fino a raggiungere un perfetto equilibrio, creando quello che è un passito speciale, l’Hekate appunto.