Rischio Incidenti. Dichiarazione Losappio
Una dichiarazione dell'assessore Losappio che prende spunto dai recenti black out verificatisi al Petrochimico di Brindisi e non comunicati all'Amministrazione Provinciale
I recenti black out determinatisi nel petrolchimico di Brindisi riportano l’attenzione della pubblica opinione sulle industrie a rischio di incidente rilevante presenti in Puglia.
La stessa denuncia dell’Amministrazione Provinciale sulla non pervenuta comunicazione degli incidenti, sul conseguente mancato coinvolgimento di alcuni Enti, sulle discrasie determinatesi fra strutture dello Stato e fra queste e l’industria indica una situazione approssimativa, consolidata da tempo, fra distrazioni e trascuratezza che non può non sollevare preoccupazione.
Con questa consapevolezza il Consiglio Regionale aveva varato, su iniziativa dell’Assessorato e senza un voto contrario, la Legge n. 6 del maggio 2008 titolata «Disposizioni in materia di incidenti rilevanti connessi con determinate sostanze pericolose» che recepisce con 30 anni di ritardo le direttive Seveso e definisce gli obblighi dei privati e le competenze di Comuni, Province e Regione decentrando nel territorio ed aggiornando funzioni che sono ancora in capo alle strutture dello Stato.
In sostanza con questa Legge la Puglia si è messa al passo delle altre Regioni in un campo di grande importanza come quello degli incidenti industriali che possono coinvolgere migliaia di persone.
Oggi la Legge è ferma nella sua attuazione a causa dell’iniziativa del Governo Berlusconi e del suo Ministro pugliese che l’ha portata alla Corte Costituzionale per presunte violazioni della centralità dello Stato.
Mentre Berlusconi si appresta a varare un federalismo fiscale che accentuerà l’autonomia e le disuguaglianze fra le Regioni penalizzando il Mezzogiorno, il Ministro meridionale che ha nelle sue mansioni formali questa competenza ma che ne è stato di fatto esautorato da Calderoli e Tremonti concentra la sua attività in una occhiuta spulciatura delle leggi dedicando una particolare attenzione a quelle della sua Regione che in numero di tre (a iniziare da quella sui grandi rischi) in poche settimane sono etichettate come poco rispettose del potere dello stato centrale e perciò denunciate alla suprema Corte.
Una volta il rapporto fra i ministri e il territorio era caratterizzato da un’attenzione positiva verso la propria gente e nel caso di coalizioni diverse o contrapposte la gara era a chi determinava più vantaggi.
L’atteggiamento di rivalsa verso i pugliesi, l’intenzione di punirli per il delitto di «lesa maestà» praticato nelle elezioni del 2005 fanno rimpiangere quei tempi e mi porta con amarezza alla conclusione che per il Sud era meglio avere un ministro della Lega Nord in più e uno meridionale in meno.
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