20 aprile 2024
Aggiornato 00:30
Modifica del disciplinare del Radicchio di Treviso da parte della Commissione all’Agricoltura dell’UE

Radicchio di Treviso, Zaia: «un ulteriore riconoscimento ad un territorio vocato all’eccellenza»

«L’accentuazione delle caratteristiche di distintività del Radicchio di Treviso potrà anche in questo caso essere da traino per gli altri prodotti ortofrutticoli»

«Esprimo tutta la mia soddisfazione per la modifica del disciplinare del Radicchio di Treviso perché si tratta di un prodotto di eccellenza fortemente radicato nel territorio. Il Radicchio di Treviso è il primo ortaggio ad aver ottenuto la denominazione di origine protetta a livello comunitario e ha sempre rivestito un ruolo di apripista per i prodotti ortofrutticoli in ambito nazionale e comunitario».

Con queste parole il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali Luca Zaia commenta la modifica del disciplinare del Radicchio di Treviso da parte della Commissione all’Agricoltura dell’Unione Europea. Nel disciplinare si specificano in maniera più dettagliata le modalità produttive e i tempi dell’ottenimento del Radicchio. Viene, inoltre, introdotta l’obbligatorietà della legatura delle produzioni in pieno campo e viene ampliata la dimensione inferiore del cespo al momento dell’immissione al consumo.

«La modifica – spiega il Ministro Luca Zaia - risponde alla necessità di rendere il prodotto sempre più adeguato alle esigenze di un consumatore attento alla qualità del prodotto. L’accentuazione delle caratteristiche di distintività del Radicchio di Treviso potrà anche in questo caso essere da traino per gli altri prodotti ortofrutticoli». Le modifiche del disciplinare riguardano anche le caratteristiche delle vasche, che sono state cambiate per permettere ai produttori di utilizzare anche materiali diversi senza compromettere il legame con il territorio e con le tecniche tradizionali di produzione. Questo anche per adeguarsi ai protocolli adottati da importanti realtà distributive internazionali e alle norme di alcuni paesi, che impongono, per ragioni igienico – sanitarie, l’utilizzo di materiali diversi dal cemento nella produzione di alimenti destinati al consumo umano. «Questa modifica del disciplinare – conclude Zaia – consentirà una lotta ancora più netta e decisa all’agropirateria a danno dei prodotti italiani, coerentemente con la nostra azione di governo».