24 aprile 2024
Aggiornato 12:30
Rabboni su estirpazione vigneti

Vigneti: in Emilia-Romagna non ci saranno aree «non estirpabili»

Rabboni: «Non lo consentono i criteri stabiliti dall'Unione Europea. Questa Regione contraria fin dall'inizio al regolamento comunitario perché la nostra è una viticoltura competitiva»

Nessun ritardo, inadempienza, né tantomeno disinteresse da parte della Regione per i propri vini; bensì criteri fissati dalla Unione Europea che non hanno permesso ai tecnici di Viale Aldo Moro di delimitare sul proprio territorio aree a vigneto «non estirpabili», come peraltro è accaduto anche in quasi tutte le Regioni italiane, anche le più «vocate» alla produzione di vino, come la Toscana, il Piemonte e il Veneto.

«La battaglia contro questo provvedimento ritenuto da noi sbagliato e dannoso - afferma l’assessore regionale all’agricoltura Tiberio Rabboni - è stata fatta in sede comunitaria e nazionale; la nostra Regione aveva un’idea completamente diversa della riforma dell’OCM vino: la nostra viticoltura infatti ha i numeri per competere nel mondo e dunque va sostenuta e valorizzata e non distrutta».
A fronte di una produzione di vino ritenuta eccedentaria, l’Unione europea ha varato un regolamento comunitario che dà agli agricoltori la possibilità di estirpare i propri vigneti in cambio di un risarcimento in denaro, rendendo l’applicazione del regime obbligatoria negli stati membri.

Il regolamento permette alle Regioni di individuare aree «non estirpabili», in base a una serie di criteri fissati dalla stessa UE. Tuttavia le aree coltivate a vite in Emilia-Romagna non rientrano in questi criteri, se non in una percentuale irrilevante.
Per questo l’assessore regionale all’agricoltura Tiberio Rabboni confida nel comportamento dei viticoltori che sapranno valutare al meglio le prospettive del mercato. «E’ evidente che l’estirpazione può essere un’opportunità per quei produttori che operano in aree marginali e a scarsa redditività. Non credo altrettanto per chi produce vini di qualità e partecipa ad organizzazioni di prodotto e commerciali di rilievo internazionale».

I criteri previsti dalla UE
Secondo la Ue possono essere individuate come non estirpabili le aree a vigneto con le seguenti caratteristiche: zone di montagna ad un’altitudine superiore a 500 metri esclusi gli altipiani (in ER le aree vitate ricomprese nelle zone a DOC sono quasi tutte a altitudini più basse); zone con pendenza superiore al 25%, zone con terrazze (non presenti in regione).
Possono anche essere dichiarate non estirpabili le superfici in cui l’estirpazione sarebbe incompatibile con la protezione dell’ambiente e comunque fino ad un massimo del 3% del territorio regionale (anche questo un criterio che non si applica all'Emilia-Romagna). I criteri comunitari non contemplano invece la salvaguardia del paesaggio, così come non prevedono quale criterio di salvaguardia l’iscrizione della superficie ad Albi DOC o Elenchi IGT o la delimitazione prevista dai disciplinari di produzione dei vini a DOC o IGT.
In ogni caso la Regione verificherà l’impatto del regime sulla viticoltura regionale al termine del primo anno di applicazione del regime ai fini di una eventuale modifica della delibera.
La procedura prevede un bando degli Organismi Pagatori (AGREA per la Regione Emilia-Romagna) in base al quale gli agricoltori italiani faranno domanda di estirpazione e verrà stilata una graduatoria nazionale. I risarcimenti sono in base alle rese: per una resa di vino a ettaro compresa tra i 50 e i 90 ettolitri è previsto un risarcimento di 7.560 euro per ettaro; per una resa superiore ai 160 ettolitri per ettaro sale a 14.760 euro per ettaro.