Bonifica: in alta Val d'Agri il consorzio non paga
La Fai Cisl chiede il commissariamento dell'Ente
Si fa difficile la situazione dei 123 lavoratori del consorzio di bonifica dell'Alta Val d'Agri. Nonostante le rassicurazioni tenute nei giorni scorsi dai massimi vertici regionali, è sempre lunga la lista delle mensilità non pagate ai dipendenti dell'ente consortile. I lavoratori non percepiscono lo stipendio da cinque mesi, denuncia la rappresentanza sindacale aziendale, con gravi ripercussioni sul reddito e sul potere di acquisto delle famiglie. A farne le spese sono soprattutto i 37 lavoratori stagionali, assunti con una particolare contratto ciclico per soli sette mesi all'anno, che non godono nemmeno dell'indennità di disoccupazione agricola.
Una condizione che il segretario generale della Fai Cisl Basilicata, Antonio Lapadula, non esita a giudicare «scandalosa». Lapadula punta l'indice contro la dirigenza del consorzio, «colpevole di aver determinato una situazione gestionale al limite del collasso». Il leader della Fai non risparmia critiche al governo regionale «per non aver adeguatamente vigilato su chi governava i consorzi e per il vuoto politico che si è venuto a determinare a seguito dell'annunciata riforma del settore. I lavoratori non possono aspettare la radicale trasformazione del comparto per vedere riconosciuto il diritto elementare al salario».
La Fai Cisl non esclude il ricorso a forme di lotta più incisive per restituire ai dipendenti del consorzio dell'Alta Val d'Agri un minimo di tranquillità economica e chiede, intanto, che il governo regionale proceda in tempi rapidi al commissariamento dell'ente.
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