29 marzo 2024
Aggiornato 08:30
La pregiata nocciola “made in Italy” rischia di scomparire

Agricoltura: nocciole made in Italy a rischio Turchia

Il settore delle nocciole – evidenzia la Coldiretti - risente di una serie di gravi problemi, congiunturali e strutturali

La pregiata nocciola «made in Italy» rischia di scomparire. E’ assai incerto infatti l’avvio della prossima campagna a causa del clima di incertezza sulle previsioni di produzione della Turchia, che rappresenta circa il 70% della produzione mondiale, e che espone i nostri produttori a seri rischi di speculazione sui prezzi. E’ quanto rileva la Coldiretti che ha espresso le sue preoccupazioni al Ministero delle Politiche agricole nel corso di un incontro al quale hanno partecipato rappresentanti delle Federazioni Provinciali di Avellino, Cuneo e Viterbo, i cui territori rappresentano oltre il 65% dell’intera offerta corilicola nazionale.

Il settore delle nocciole – evidenzia la Coldiretti - risente di una serie di gravi problemi, congiunturali e strutturali, tra i quali l’aumento generalizzato dei costi di produzione, in particolare del gasolio e dei fitofarmaci, la sleale concorrenza dei Paesi terzi, agevolati da minori costi, vincoli e controlli inadeguati, specie quelli fitosanitari, la frammentazione dell’offerta, il debole potere contrattuale dei produttori e la scarsa incisività delle Organizzazioni dei produttori nella commercializzazione delle nocciole.

Occorre quindi – rileva la Coldiretti - una strategia di ampio respiro per il settore, la cui coltivazione è quasi sempre localizzata in aree marginali, dove non esistono alternative colturali. Nell’immediato, occorre attivare un osservatorio permanente sulle nocciole, per monitorare la situazione di mercato e il meccanismo di formazione dei prezzi, per evitare un «cartello» tra operatori commerciali a danno dei produttori e rafforzare i controlli qualitativi e fitosanitari alle frontiere, affinché le nocciole importate rispettino le stesse norme imposte dall’Unione Europea. Ma è anche necessario – precisa la Coldiretti - un impegno presso la Commissione per impedire le modifiche richieste dalla Turchia di aumentare i limiti massimi di aflatossine sulla frutta in guscio importata nell’UE, che metterebbe a serio rischio la salute dei consumatori.

Infine – conclude la Coldiretti – occorre difendere le norme di commercializzazione per le nocciole fresche, che la Commissione vorrebbe abrogare, prevedere l’indicazione obbligatoria dell’origine per tutti i prodotti trasformati, nocciole comprese, per una corretta informazione al consumatore, rendendo così possibile di effettuare acquisti consapevoli ed esercitare una pressione politica sul Governo turco, anche attraverso incontri bilaterali con il Governo italiano, allo scopo di migliorare le condizioni dell’offerta sul mercato internazionale, cercando di contemperare gli interessi reciproci dei due principali Paesi produttori mondiali di nocciole.