Nucleare: «d’accordo il 54% degli italiani»
Bocciati gli antinuclearisti. Solo il 36% arroccato sul “no”. Sonora bocciatura anche per l’ipotesi di costruire centrali nucleari all’estero.
Se si partisse domani con la realizzazione di nuove centrali nucleari 26 milioni e mezzo di italiani darebbero il via libera. E’ l’esito di un sondaggio Confesercenti-Swg secondo il quale il 54% della nostra popolazione adulta è favorevole, il 36% in disaccordo di cui un più intransigente 21% totalmente in disaccordo. Sono davvero lontani i tempi del referendum del 1987 sul nucleare che vide invece una schiacciante maggioranza per il no. La bocciatura degli antinuclearisti è resa più evidente dal fatto che il «sì» in maggioranza è il frutto di un’indagine partita dopo le recenti notizie degli incidenti in terra francese.
Nuove centrali nucleari sì ma da costruire sul suolo straniero? Sorprendente in questo caso la reazione degli italiani intervistati che non ritengono giusto… inguaiare i nostri confinanti: anzi la stragrande maggioranza – l’82% – boccia senza mezzi termini la scelta di sfruttare energia nucleare da nuove centrali costruite in paesi limitrofi, scelta che trova invece solo l’11% favorevole.
Più complicata invece si rivela la coabitazione con una centrale nucleare. In questo caso la distanza di… sicurezza fra la propria abitazione e una centrale è risultata in media di 250 chilometri. Anche se c’è un 39% del campione che accetterebbe la presenza di una centrale nucleare a brevi distanze che partono da un minimo di un chilometro (solo il 2%) fino ad un massimo di 100 chilometri. Ma quasi un quarto degli italiani (esattamente il 23%) continua a non fidarsi e vorrebbe la nuova centrale abbondantemente lontana dalla sua zona, ovvero distante più di 500 chilometri.
Ma quali sono le maggiori paure degli italiani rispetto ai rischi di una centrale nucleare?
Anche in questo caso le sensibilità sono molto cambiate: non sono più gli incidenti a coagulare la maggioranza dei timori. Un 70% di contrari al nucleare pensa che esistano fonti alternative più pulite. Poi un altro 58% punta il dito sul pericolo di incidenti, mentre ancora un altro 51% evidenzia timori per le scorie radioattive. Solo un 28% si preoccupa dei possibili costi elevati ed un 9% segnala il rischio che le nuove centrali nucleari diventino un possibile bersaglio di attacchi terroristici.
Altre domande sul risparmio energetico svelano come gli italiani siano sempre più sensibili verso un più maturo ambientalismo in materia di energia. Il caro-petrolio, le tensioni internazionali, ma anche le bollette più pesanti stanno provocando un’evoluzione evidente nella cultura e nei comportamenti pratici. Ecco allora che l’81% degli intervistati nella indagine Confesercenti-Swg dichiara di avere adottato sistemi od abitudini a favore del risparmio energetico. Si spiega così il boom delle nuove lampadine a basso consumo (il 96% dice di averle nelle propria abitazione). E si spiega così anche il radicamento di criteri più saggi nell’uso dell’energia…come il controllo di luci, spie luminose (l’82% le spegne), il termostato (l’89% lo regola), l’acqua calda e gli altri elettrodomestici.
Sono in minoranza invece gli italiani che hanno già adottato un sistema di isolamento termico: sono solo il 37% del campione.
Il campo nel quale in Italia c’è ancora moltissimo da fare è quello dell’uso delle fonti alternative, dai pannelli solari o fotovoltaici alle caldaie a biomasse, ai bio-caminetti. Tanto è vero che il 73% confessa candidamente di non aver adottato niente di tutto questo.
Ma se la domanda sull’adozione di sistemi di produzione di energia alternativa si sposta verso il futuro la reazione degli intervistati cambia: il 56% pensa che un domani il proprio condominio potrebbe adottarne qualcuno, mentre il 37% resta assai più scettico.
Secondo la Confesercenti da questi dati «emerge subito il fatto che sul nucleare è ora di finirla con i veti, ma la parola d’ordine deve essere semmai sicurezza, sicurezza ed ancora sicurezza. Occorre insomma…esagerare nell’approntare tutte le misure idonee a dare tranquillità alla popolazione. Va inoltre sfruttata la chiara propensione degli italiani al risparmio energetico. In questo caso l’obiettivo deve essere investire e favorire questa tendenza con incentivi mirati, perché dare spazio alle fonti alternative vuole dire costruire il futuro.»
La realizzazione di centrali nucleari in Italia
Negli ultimi mesi si è riaperto il dibattito sulla realizzazione di centrali nucleari all'interno del territorio italiano, per permettere la produzione di energia a costi ridotti. Con la realizzazione di centrali nucleari in Italia lei è:
del tutto d'accordo 17
d'accordo 37
Totale accordo 54
in disaccordo 15
del tutto in disaccordo 21
non saprei 10
Le motivazioni del no
E per quale dei seguenti motivi lei non è d'accordo con l'ipotesi di realizzare centrali nucleari all'interno del territorio italiano?
perché esistono fonti più pulite di produzione energetica 70
per il pericolo di possibili incidenti o guasti 58
per il timore delle scorie radioattive 51
per la difficoltà di individuare i siti per lo smaltimento 41
per l'elevata spesa pubblica che richiederebbe 28
per i tempi lunghi di realizzazione degli impianti 12
per la paura di divenire bersaglio facile di attacchi terroristici 9
altro 1
Energia nucleare prodotta all’Estero
E se, invece, le centrali fossero realizzate in un altro Paese vicino e l'energia prodotta fosse, poi, fornita all'Italia, con l'utilizzo dell'energia nucleare lei sarebbe:
del tutto d'accordo 0
d'accordo 11
in disaccordo 48
del tutto in disaccordo 34
non saprei 7
preferisco non rispondere 0
L’indagine quantitativa è stata condotta mediante metodo di rilevazione CAWI (Computer Aided Web Interviewing) all’interno di un campione di 800 soggetti maggiorenni residenti sul territorio nazionale rappresentativi dell’universo di riferimento in base ai parametri di sesso, età e luogo di residenza.
Le interviste sono state somministrate nel periodo che va dal 25/07/08 al 30/07/2008.
I metodi utilizzati per l'individuazione delle unità finali sono di tipo casuale, come per i campioni probabilistici.
Tutti i parametri sono uniformati ai più recenti dati forniti dall'ISTAT. I dati sono stati ponderati al fine di garantire
la rappresentatività rispetto ai parametri di sesso, età e frazione di residenza
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